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Ha colpito molto, per un'Eparchia così piccola, una partecipazione così massiccia tra cardinali, numerosissimi vescovi e sacerdoti, religiosi e personalità della politica e della cultura internazionale e nazionale, oltre a una presenza molto elevata dei trentamila fedeli di rito orientale che hanno gremito la grande cattedrale di Lungro, splendente dell'oro dei mosaici dell' iconografia bizantina.

La solenne processione pontificale, partita dall' episcopio, ha attraversato il piccolo centro calabrese, incorniciato dai monti innevati del Pollino. Hanno aperto il corteo donne e uomini con i preziosi abiti tradizionali, seguiti dai sacerdoti dell'Eparchia, da tanti di altre diocesi e da moltissimi vescovi provenienti da tutta Italia, dall'Albania, dal Kosovo, dalla Grecia, dall'Ungheria e dall'Ucraina. Concludevano il corteo, il Prefetto della Congregazione Orientale, card. Leonardo Sandri, il card. Ernest Simoni, ultimo superstite delle persecuzioni ateiste in Albania e l'Eparca Donato Oliverio, presule della diocesi bizantina lungrese. Scortati dalle autorità civili e militari, seguivano il presidente della Repubblica Albanese, Ilir Meta e gli ambasciatori di Albania presso l'Italia e presso la Santa Sede.

Commosso il saluto del vescovo Oliverio che ha ringraziato tutti i convenuti "nella lode al Signore per la festa del Centenario che vede tutto il popolo dell'Eparchia in festa, per celebrare la gloria di Dio e la sua provvidenza verso gli arbresche".

Ha tenuto l'omelia del lunghissimo  pontificale, il card. Sandri che ha sottolineato l'inalterata fedeltà alla tradizione degli Italo-Albanesi approvata e benedetta dalla Santa Sede con l'istituzione dell'Eparchia un secolo fa, che continua a offrire alla Chiesa un bellissimo modello di integrazione ecclesiale, ponte fra Oriente  e Occidente.

I fedeli cattolici, ma legati alla tradizione greca della Chiesa Ortodossa, grazie al benefico provvedimento di Papa Benedetto XV, hanno trovato unitarietà e possibilità di comunicare con il rito latino, respirando con i due polmoni, come auspicato dal Concilio Ecumenico Vaticano II e da tutti i Romani Pontefici dal 1919 a oggi.

Dopo l'intensità dello scambio della pace, della grande preghiera  di consacrazione e del banchetto eucaristico, a cui ha partecipato anche mons. Seccia, la solenne benedizione giunta dal Santo Padre Francesco che attende a Roma, il 25 maggio prossimo, tutti i presenti, a coronamento dello splendido giubileo.

Il presidente dell'Albania, Ilir Meta ha espresso la gratitudine della nazione verso tutti i "fratelli arbresche" d'Italia. Dopo gli anni cupi della dittatura, nei quali è stata letteralmente cancellata ogni traccia di religiosità, grazie alla fedele custodia delle tradizioni religiose orientali degli Italo-Albanesi, si è potuto restituire all'Albania un patrimonio che altrimenti sarebbe stato inesorabilmente perduto.

In serata, dopo la celebrazione, mentre a Lungro fioccava la neve, Mons. Seccia e la delegazione leccese sono rientrati a Lecce.

 

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