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Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana” è il tema che Papa Francesco ha scelto per la 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra domani 12 maggio.

 

 

 

Un tema di forte attualità che verrà approfondito in un incontro-dibattito dal titolo “Edu(comuni)care al tempo dell’IA” in occasione della quinta edizione della rassegna “Dialoghi al pozzo” che si terrà lunedì 27 maggio alle 20, presso il chiostro dell’antico seminario di Piazza Duomo. Ospite d’eccezione il prof. Pier Cesare Rivoltella che dialogherà sull’argomento col prof. Nicola Paparella.

«L’accelerata diffusione di meravigliose invenzioni, il cui funzionamento e le cui potenzialità sono indecifrabili per la maggior parte di noi, suscita uno stupore che oscilla tra entusiasmo e disorientamento e ci pone inevitabilmente davanti a domande di fondo: cosa è dunque l’uomo, qual è la sua specificità e quale sarà il futuro di questa nostra specie chiamata homo sapiens nell’era delle intelligenze artificiali? Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto?». Questi interrogativi rappresentano l’incipit del messaggio di Papa Francesco, che riflettono sul cambiamento radicale dell’informazione, della comunicazione e, di riflesso, della convivenza civile. È un’evoluzione che richiama la responsabilità di tutti e non solo dei professionisti. Un’analisi libera da “letture catastrofiche e dai loro effetti paralizzanti”, ma che richiede chiarezza e consapevolezza dei rischi di “un’epoca ricca di tecnica e povera di umanità”.

Anche il prof. Rivoltella nel saggio “Pedagogia algoritmica: Per una riflessione educativa sull’intelligenza artificiale” scritto a quattro mani con Chiara Panciroli, affronta il tema degli algoritmi e la loro crescente influenza su ogni aspetto della vita quotidiana. Se da un lato l’IA può portare grandi opportunità, dall’altro è significativo non trascurarne le criticità. Centrale il dibattito sull’IA e le sue applicazioni nell’ambito educativo e comunicativo. Ne consegue l’urgenza di nuove ricerche, sostenute da pensiero critico, una solida cultura dell’informazione e ispirate ad un’etica della responsabilità, traducibile in comportamenti di cittadinanza ‘digitale’ coerenti e consapevoli: la finalità non è la sostituzione di una egemonia ad un’altra, ma la costruzione di una comunità pronta a scommettere sempre sulla persona, come “soggettività libera e responsiva”, in grado di dar voce, come afferma Éric Sadin in Critica della ragione artificiale, al “polifonico e ininterrotto canto delle divergenze”.

Il messaggio di Papa Francesco e le ricerche sull’Intelligenza artificiale del prof. Rivoltella sembrerebbero muoversi all’unisono, sempre centrate sulla persona, aperte alle novità, accolte con spirito critico: «Benché il termine intelligenza artificiale - si legge nel messaggio del Pontefice - abbia ormai soppiantato quello più corretto, utilizzato nella letteratura scientifica, machine learning, l’utilizzo stesso della parola “intelligenza” è fuorviante». Le macchine hanno una maggiore capacità di memorizzare e correlare i dati, ma soltanto l’uomo può decodificarne il senso. «Solo dotandoci di uno sguardo spirituale, solo recuperando una sapienza del cuore, possiamo leggere e interpretare la novità del nostro tempo e riscoprire la via di una comunicazione pienamente umana». Ogni conquista tecnica dell’uomo può diventare “strumento di servizio amorevole” di comunicazione e comunione oppure “strumenti di ‘inquinamento cognitivo’, «di alterazione della realtà tramite narrazioni parzialmente o totalmente false eppure credute - e condivise - come se fossero vere. Basti pensare al problema della disinformazione che stiamo affrontando da anni nella fattispecie delle fake news e che oggi si avvale del deep fake, cioè della creazione e diffusione di immagini che sembrano perfettamente verosimili ma sono false». Gli algoritmi non sono neutri, pertanto è necessario preventivamente proporre modelli di regolamentazione etica per contrastare risvolti discriminatori che portano alla costruzione del pensiero unico: «Siamo chiamati a crescere - afferma il Santo Padre -  insieme in umanità e come umanità», nutrendo l’informazione di relazioni esistenziali, cioè non solo dati, ma esperienze, volti, sguardi, compassione e condivisione:«Penso al racconto delle guerre e a quella “guerra parallela” che si fa tramite campagne di disinformazione. E penso a quanti reporter sono feriti o muoiono sul campo per permetterci di vedere quello che i loro occhi hanno visto. Perché solo toccando con mano la sofferenza dei bambini, delle donne e degli uomini, si può comprendere l’assurdità delle guerre».

Alle parole di Papa Francesco sembrano fare eco quelle del prof. Rivoltella: «La speranza, non la paura. La “giungla digitale” - si legge in Pedagogia algoritmica - non va pensata come una landa desolata, ma come un luogo libero e selvaggio. Non si tratta di averne paura, ripiegandosi in un atteggiamento tecnofobico o quanto meno di scetticismo tecnologico, quanto piuttosto di coglierne le potenzialità trasformandole in opportunità per l’umanità». In che modo? «La risposta non è scritta, dipende da noi - precisa Papa Francesco -. Spetta all’uomo se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore».

Papa Francesco parteciperà, per la prima volta nella storia, al G7 guidato dall’Italia che si svolgerà dal 13 al 15 giugno prossimo a Borgo Egnazia, in Puglia. Interverrà nella sessione, aperta ai Paesi non membri, dedicata all’intelligenza artificiale “la più grande sfida antropologica di quest’epoca”.

 

 

 

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