Monizione introduttiva, canto introitale, lucernario, liturgia della Parola, memoria della Cresima: sono alcuni momenti (SCARICA) che scandiranno la Veglia di Pentecoste presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia nella chiesa cattedrale di Lecce domani 18 maggio alle 20.
Ma domani sera, in linea con il Cammino Sinodale in atto, la liturgia della Veglia sarà articolata anche con testimonianze di vita personale circa l’accoglienza dello Spirito nell’esperienza cristiana. Sarà narrazione delle meraviglie che Dio opera continuamente nella Chiesa di Lecce. Sarà l'occasione anche per fare memoria del sacramento della Confermazione: l'assemblea sarà unta con un profumo per ricordare, come dice l'apostolo Paolo, che per mezzo del popolo crismato si deve diffondere il soave odore di Cristo.
L’ascolto, la condivisione e la partecipazione hanno caratterizzato il percorso di questo anno pastorale nella diocesi, con l’obiettivo di cercare nuovi linguaggi per una efficace evangelizzazione, e lo stile della conversazione spirituale utilizzato ha permesso di elevarsi dal materiale per proiettarsi nel soprannaturale delle fede in Cristo.
Come comunicare, allora, la fede vissuta che cambia e converte? Il linguaggio dello Spirito Santo che discende sui credenti trova, nella solennità della Pentecoste, il momento più alto della memoria e della celebrazione.
Da questo momento la Chiesa vede avviarsi il percorso missionario in memoria di quegli apostoli sui quali, riuniti insieme nel Cenacolo, discese lo Spirito Santo nell’immagine delle lingue di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro (Atti degli Apostoli 2,1-11).
Immagini e simboli nel linguaggio cristiano hanno la potenza di far accedere alla fede, la quale è mistero che mette in comunicazione due livelli di realtà infinitamente distanti tra loro e ha bisogno di essere intravista e sfiorata nell’evocazione simbolica.
La Veglia di Pentecoste, quindi, come attesa dello Spirito che diventa il maestro interiore per chi si apre alla comprensione profonda del mistero.
È una Chiesa, quella di Lecce, che si apre sempre più all’ascolto dell’altro, a conclusione di un partecipato e intenso Cammino Sinodale e di un tempo pasquale e liturgico intensi.