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È nella stessa casa di Corso Umberto I a Trepuzzi dove ha avuto inizio 93 anni fa la sua vita che, all’alba di oggi 18 maggio il Signore ha chiamato a sé don Arcangelo Giordano.

 

 

 

Nato il 12 dicembre 1931 da Raffaele e Filomena Blasi, in famiglia ha imparato a vivere in maniera seria e costante la vita di fede e lavorativa. Il padre era il sacrestano della chiesa madre, la quale era separata dalla loro casa solo da un muro. La madre gestiva un bar nella vicinissima Piazzetta Municipio.

Penultimo di otto figli, quattro maschi e quattro femmine, pur vivendo in maniera intensa e zelante la fede cristiana il giovane Arcangelo fu l’unico dei quattro maschi a non compiere gli studi presso il seminario diocesano ma ad ottenere un diploma commerciale in ragioneria. I famigliari ricordano come il padre dicesse “Il Signore non ha voluto nessuno dei miei tre figli Antonio, Oronzo e Giovanni (i suoi fratelli più grandi), sarà inutile mandare anche lui in seminario”. Dopo la maturità Arcangelo partì per il servizio militare, che svolse presso l’aeronautica militare nella cittadina laziale di Pratica di Mare. Fu qui che a contatto con il cappellano militare don Benvenuto le prime inquietudini incominciarono a sorgere nel suo cuore.

Con il passare degli anni divenne tutto più chiaro: Dio si voleva servire proprio dell’ultimo figlio maschio del sacrestano di Trepuzzi. Terminato il servizio militare, Arcangelo scelse di rimanere nel Lazio ed entrò nel Pontificio Collegio Leoniano ad Anagni. Terminati gli studi teologici, venne incardinato nella diocesi suburbicaria di Albano dove il 23 dicembre 1961 venne ordinato presbitero per le mani del vescovo Raffaele Macario. Fu subito destinato al seminario vescovile di Albano, che servì come economo e vicerettore e presso il quale insegnò discipline matematiche.

Alla fine degli anni ‘60 fu destinato alla parrocchia di Cava de’ Selci, che servì per qualche anno prima di divenire parroco a Tor San Lorenzo negli anni ‘70. All’inizio degli anni ‘80, sempre accompagnato dall’inseparabile sorella Pina che per anni gli è sempre rimasta accanto come silenziosa e fedele collaboratrice, fu trasferito a Genzano di Roma, dove divenne arciprete della chiesa collegiata della Santissima Trinità.

Nel 1989, con l’avanzare degli anni, decise di lasciare il Lazio per ritornare nella terra natìa, ed incardinatosi nella Chiesa leccese divenne prima amministratore della quasi parrocchia di Torre Chianca e poi parroco della giovane comunità del Sacro Cuore di Monteroni di Lecce.

Nel 1992 l’arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi gli affidò un compito importante: tornare nella sua città natale per edificare un nuovo complesso parrocchiale nel quartiere più a nord di Trepuzzi. Divenuto parroco di Maria SS. Addolorata dopo don Alfredo Quarta, lavorò duramente perché l’edificio religioso già progettato e voluto da mons. Minerva potesse realmente sorgere. Anni di lotte burocratiche e sacrifici pastorali (e personali!) culminarono nella grande festa del 24 maggio 2003, quando la nuova chiesa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe fu solennemente dedicata.

Nel quartiere Santi egli rimase fino ai suoi 80 anni, e lasciata la parrocchia al suo successore don Alessandro Scevola tornò presso la chiesa madre per aiutare gli arcipreti di Trepuzzi nella celebrazione delle messe e nell’esercizio del sacramento della confessione. A questi impegni pastorale egli assolse quasi fino all’età di 90 anni, quando le sue sofferenze ed i suoi problemi di salute divennero così gravi da costrinsero a rimanere in casa ed uscire solo rarissime volte. In quella casa dove egli era cresciuto, dove viveva con la sua numerosissima famiglia, dove aveva appreso gli insegnamenti di fede. Lì, dove attendeva la venuta del Signore che all’alba di oggi si è presentato per chiamare a sé il suo servo fedele.

La salma sarà esposta nella matrice di Trepuzzi domani 19 maggio a partire dalle 12 per consentire la preghiera personale e comunitaria. Alle 16, l’arcivescovo Michele Seccia presiederà la concelebrazione eucaristica con il rito delle esequie.

 

 

 

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