“Vengo qui con il cuore spalancato”. Sono queste le parole che mons. Angelo Raffaele Panzetta ha voluto consegnare al Collegio dei consultori nel suo primo giorno da arcivescovo coadiutore di Lecce prima della lettura della Bolla pontificia.
Una giornata che, iniziata in Piazza Duomo con l’abbraccio caloroso e accogliente dell’arcivescovo Michele Seccia, è proseguita in episcopio con la preghiera dell’Ora Terza con i sacerdoti membri del Collegio in rappresentanza di tutto il presbiterio e dell’intera comunità diocesana.
Prima della lettura della Lettera apostolica da parte di don Vincenzo Martella, cancelliere arcivescovile, mons. Seccia ha portato il suo saluto cordiale e affettuoso al nuovo arcivescovo coadiutore presentandogli, in breve sintesi, la bellezza della Chiesa di Lecce, i suoi sacerdoti, il fermento delle realtà laicali, la vivacità della carità, l’operosità di una città a vocazione turistica alla cui creatività partecipa attivamente anche la diocesi con le sue iniziative al servizio di chi arriva a Lecce in ogni periodo dell’anno per ammirare le chiese barocche, le piazze e i palazzi antichi di valore storico-artistico.
Poi ha preso la parola mons. Panzetta. “Oggi per me si chiude un capitolo della vita e se ne apre un altro - ha affermato -. Vengo via da Crotone grato per quel che ho ricevuto e riconoscente per quello che ho imparato in una diocesi e in un territorio tra i più poveri d’Europa”.
“Nei miei primi anni di sacerdozio - ha aggiunto - ho avuto la fortuna e la grazia di essere stato il segretario dell’arcivescovo Benigno Papa. Tante volte, la sera, quando tornavamo in episcopio dopo una lunga e faticosa giornata di incontri, specie nei giorni della visita pastorale, egli mi ripeteva: ‘Angelo, ricorda che noi riceviamo molto di più di quanto ci sforziamo di dare’. Sono parole che non ho mai dimenticato e che a Crotone sono riaffiorate ogni qualvolta ho incontrato la semplicità di tante persone che nella loro genuinità mi hanno fatto essere un vescovo felice”.
“Il mio ministero episcopale a Crotone - ha ricordato Panzetta - è iniziato con la pandemia e tutti i progetti di conoscenza della diocesi sono stati tutti rimandati ma non mi sono mai sottratto al lavoro pur di superare le difficoltà grazie anche all’armonia sinodale stabilita con i miei sacerdoti. Un’esperienza davvero edificante”.
“Poi sono arrivati i giorni drammatici della strage di Cutro. Giorni di morte e di dolore infinito… Difficili, i più difficili. Ma con la certezza nel cuore della vicinanza del Signore”.
“Poi, a sorpresa, è arrivata un’altra chiamata. Inattesa: pensavo di rimanere a Crotone ancora per molti anni. Invece… eccomi qui. Vengo a Lecce con il cuore spalancato. Arricchito dall’esperienza di servizio alla Chiesa di Crotone-Santa Severina. Porto nello zainetto l’amore per Gesù e per la Chiesa e a Lui rinnovo ciò che gli bisbigliai nella cappella del Crocifisso nel seminario di Molfetta: ‘prenditi le chiavi della mia vita’”.
“Vengo con la certezza - ha concluso - di farmi compagno di viaggio di una Chiesa bella che cammina, felice di essere qui perché consapevole che è tutto scritto nel progetto di Dio su di me e su di voi. Ciò che sono e quello che so fare lo metto a disposizione di tutti. Diamoci da fare”.
Dopo la lettura della Bolla (LEGGI QUI) i due arcivescovi si sono recati nel monastero delle Benedettine dove sono stati accolti dalla Badessa Madre Benedetta e dalle altre monache della comunità. Poi un veloce passaggio in curia prima dei saluti.
Nelle prossime settimane verranno rese note le date di arrivo in città e la celebrazione di accoglienza in cattedrale dove l’arcivescovo coadiutore potrà pregare per la prima volta intorno all’altare con tutto il presbiterio diocesano e salutare il popolo santo di Dio che è in Lecce.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.