La Chiesa di Lecce si è stretta intorno all'arcivescovo Michele Seccia e all'arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta nella celebrazione della Veglia in preparazione al Giubileo della speranza che si aprirà a livello universale nella prossima notte di Natale e nelle Chiese particolari domenica 29 dicembre.
L'evento, secondo appuntamento di avvicinamento dopo la catechesi biblica tenuta da Rosalba Manes lo scorso 5 ottobre presso l'Oratorio "Santa Maria del Popolo" in Surbo (LEGGI), è stato vissuto ieri, 28 novembre, presso la chiesa parrocchiale di Santa Lucia in Lecce gremita per l'occasione.
Oltre ai due presuli, presente anche il vescovo emerito di Rrëshen, mons. Cristoforo Palmieri e un nutrito gruppo di sacerdoti diocesani e religiosi. Ha animato la celebrazione il coro diocesano dei giovani.
Il contrasto tenebre-luce ha fatto da filo conduttore a tutta la veglia; quando l'assemblea si è radunata, la liturgia del lucernario con il canto a Cristo luce del mondo ha dato inizio all'incontro di preghiera che, attraverso l'ascolto della Parola, ha preparato i presenti alla esposizione solenne del Santissimo Sacramento. Ampi gli spazi di canto, di silenzio meditativo e di ascolto del magistero di Papa Francesco.
Nella sua omelia, l'arcivescovo ha rivolto ai presenti una grande domanda circa l'origine della speranza, quasi a voler decentrare l'uditorio da un modo di intendere questa virtù in chiave eminentemente valoriale o emozionale. Così Seccia: "La speranza, cari fratelli e sorelle, non è una assicurazione sulla vita, non è credere che il nostro domani possa andare bene; è invece la capacità di saper vivere in pienezza l'oggi di Dio proiettandoci nel domani".
La fonte che consente al credente di poter vivere questa importante dimensione della sua vita di discepolo di Cristo è la celebrazione dell'Eucaristia, luogo teologico nel quale accogliere il Signore che si dona come nutrimento del cammino di fede di ogni battezzato.
Ancora l'arcivescovo di Lecce: "Noi sacerdoti e chi ogni giorno vive della messa quotidiana abbiamo il rimedio ad una vita scialba, grama, nella quale potremmo vivere solo ripiegati su noi stessi; vivere dell'Eucaristia è leggere la nostra vita con gli occhi del Signore e far sì che tutto ciò ci proietti al compimento della nostra storia quando Dio sarà tutto in tutti".
Scaturisce da qui, dunque, il desiderio di fare della propria esperienza vitale un autentico cammino nel quale il Maestro Gesù sia non una presenza marginale ma il segreto dello scorrere del proprio tempo.
Bella la conclusione di Seccia: "Riscopriamo, carissimi tutti, la preghiera di adorazione come colloquio intimo tra noi e Gesù e sentiamoci chiamati a diventare pane spezzato per la vita del mondo e seminatori della speranza che è lui".
La comunità di Santa Lucia è stata per una sera il centro della vita della intera diocesi che, in preghiera come Maria nel Cenacolo, attende dallo Spirito il dono dell'Anno giubilare, esperienza di conversione e di cammino rinnovato.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.