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Uomo ricco di umanità sublimata dalla preghiera, affettuoso e fedelissimo figlio della Chiesa, presbitero gioiosamente convinto della sua identità di consacrato e della sua specifica missione.

Studioso interessato alla cultura umanistica e particolarmente alla storia, autore di diversi testi di pastorale e di spiritualità, alacre, fecondo e rinomato giornalista…

Vescovo-pastore diligente, operoso in modo straordinario, incisivo nella proposta e nello stesso tempo costantemente aperto al dialogo, perspicace nell’inserirsi autorevolmente nella vita pubblica…

Con una mamma che, rimasta giovane vedova con quattro figli da nutrire, crescere e educare, ha saputo trasformare in ricchezza di umanità la dura esperienza della povertà e temprare con amorevole determinazione la sua forte e dinamica personalità…

Mons. Cosmo Francesco Ruppi. Una testimonianza ed un servizio pastorale straordinari. Avvincenti.

Due autorevoli autori salentini, Marko Jacov, dell’Università del Salento, e Mauro Carlino, segretario emerito del presule, hanno consegnato alla storia, la sua figura e opera con un saggio scientificamente preciso, suggestivo e molto interessante, (Cosmo Francesco Ruppi, 6 VI 1932-29 V 2011, Arcivescovo metropolita di Lecce, in Textus et Studia, n. 1(9), 2017, pp.43-62.

 Il testo documenta, con stile chiaro e rigoroso, alcuni momenti particolarmente significativi della vocazione dal presule: ”…Don Giuseppe Contento, prete, eroe della carità, semplice, schivo, fu per me padre, maestro e guida nel cammino sacerdotale. Gli volevo un bene immenso” (p. 47). Quasi vantando delle precarie condizioni economiche, attesta: “… ho ricordato questi piccoli particolari, per dire che la povertà di origine, che è stata la mia più grande ricchezza, non consentì alla mamma di organizzare una grande festa” (Ibidem). Rivela momenti intimi prima dell’Ordinazione presbiterale: “La notte la passai quasi sempre a pregare, inginocchiandomi davanti al letto…Sentivo di non essere degno” (p. 48).

Lo studio avvalora pure il riferimento ispiratore del suo ministero: “Sii santo e lavora molto”, gli disse il vescovo Falconieri nel conferirgli il sacramento: ed egli quell’invito lo prese davvero come norma fondamentale della sua vita.

Tra l’altro, gli autori, attingendo evidentemente alla diretta conoscenza, rivelano, ad esempio: ”L’entusiasmo del Pontefice per la città di Lecce e la sua Università fu dovuto in gran parte all’arcivescovo metropolita Ruppi” (p. 54). Particolarmente belle, poi, alcune espressioni citate: “Ho amato il Papa e lo amo immensamente” (p. 56). O le indicazioni su: “Il primato della preghiera, di cui ho fatto recente esperienza durante la mia malattia, soprattutto nel periodo trascorso in terapia intensiva” (p.59).

Da ricordare, infine, che per quasi per un decennio mons. Ruppi fu presidente della Conferenza episcopale pugliese e fu l’unico vescovo italiano nominato direttamente da Giovanni Paolo II come membro del Sinodo dei vescovi del 2000. Autorevole ed importante personaggio della Puglia, ne ha segnato in modo profondo la vita e la storia, contribuendo alla vitalità delle comunità ecclesiali e civili in modo singolare, con entusiasmante, efficiente e coinvolgente intraprendenza.

 

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