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A pochi giorni dalla sua ordinazione sacerdotale (sabato 29 settembre, in piazza Unità Europea), don Emanuel Riezzo è molto emozionato e nella sua parrocchia di origine, Santa Maria del Popolo, fervono i preparativi per l’evento tanto atteso.

Saranno giorni di preghiera e meditazione quelli che precederanno l’ordinazione presbiterale del giovane: domani 27 settembre la comunità parrocchiale si riunirà ai piedi dell’altare per una solenne adorazione eucaristica. La veglia, durante la quale avverrà la declaratio di don Emanuel, sarà guidata dall’arcivescovo Michele Seccia.

Tra i tanti impegni e preparativi, don Emanuel ricorda che tra i suoi giochi preferiti vi era l’imitazione del sacerdote: ”A differenza degli altri amici di infanzia, fin da piccolo uno dei miei giochi preferiti è sempre stato quello di imitare il sacerdote. Forse perché ho trascorso i primi anni dell’asilo nella scuola delle suore del Sacro Costato o probabilmente perché grazie alla mia famiglia ho iniziato a vivere la parrocchia come se fosse casa mia. Non c’è stato un momento ben preciso in cui ho capito che la mia vocazione era quella al sacerdozio ma ricordo con certezza che la figura del sacerdote mi attraeva moltissimo e guardando all’esempio del parroco che mi ha visto crescere, don Cosimo Vetrugno, ho deciso di iniziare la mia esperienza in seminario. Nel lontano settembre del 2006, primo anno di scuola superiore, l’amata comunità del seminario arcivescovile di Lecce mi ha accolto e per ben cinque anni ha guidato i miei passi ed è stata la mia seconda famiglia: mi sentivo amato, Gesù Cristo non era più uno sconosciuto ma era diventata la fonte di un amore vero. Così, giorno dopo giorno, quel bambino che per gioco aveva deciso di entrare in seminario, stava diventando un uomo che desiderava mettere Cristo al centro della sua vita. Gli anni del seminario maggiore di Molfetta sono stati i più importanti per la mia formazione: qui ho imparato a non interporre nulla tra me e Lui. Nessun filtro, nessuna distrazione: solo Cristo ed il suo grande amore per me. Così ho capito che questa era la mia strada.”

In ogni cammino, però, non sempre la strada è priva di asperità. “Un po’ di paura di non essere all’altezza c’è sempre stata e ancora oggi, a pochi giorni dall’ordinazione sacerdotale, tremo al sol pensiero che a breve realizzerò il sogno più grande della mia vita. Allo stesso tempo, però, non posso non essere fiero e contento per aver superato tanti ostacoli e paure, debolezze e difficoltà, che mi hanno condotto verso l’unica meta che il mio cuore desidera da sempre: l’altare santo! Illuminato dallo sguardo del Cristo in Croce sono certo che non esista strada migliore per me che quella del sacerdozio e non vedo l’ora di pronunciare quel sì definitivo che mi legherà a Dio e alla Chiesa in eterno”.

L’augurio più grande che si possa rivolgere a questo giovane innamorato della Chiesa è proprio quello di conservare la sua motivazione più bella e profonda che da sempre lo accompagna: portare a tutti le meraviglie di Gesù Risorto.

 

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