La presenza di don Giuseppe Spedicato a Chisinau, insieme all’associazione “La casa della befana” di Monteroni, è l’ultimo evento, che con il suo risultato positivo, ha segnato il cammino di collaborazione missionaria tra l’arcidiocesi di Lecce e la Chiesa di Chisinau.
Prossima tappa sarà l’insediamento ufficiale di don Antonio Sozzo, il prossimo 21 gennaio, nella funzione di vicario giudiziale presso il Tribunale ecclesiastico moldavo.
Tutto questo avviene nel mentre prosegue l’impegno di don Cesare Lodeserto e don Massimiliano Mazzotta a Chisinau, sia all’interno della Fondazione Regina Pacis, sia a servizio della diocesi.
Come è noto, la Fondazione Regina Pacis, la cui presenza è stata voluta da mons. Ruppi in Moldavia per lo sviluppo di opere di carità, e confermata da mons. Seccia, eroga servizi a beneficio di ragazzi di strada, anziani, minori detenuti, famiglie e persone in difficoltà, attraverso strutture presenti sul territorio.
Don Massimiliano in Moldavia dal giugno 2018, segue i ragazzi accolti nella Fondazione, si interessa dei volontari e collabora nel patronato del Movimento Cristiano Lavoratori. Inoltre svolge il ministero nel Centro pastorale Regina Pacis, è a disposizione della comunità italiana, e dal vescovo di Chisinau ha ricevuto l’incarico di creare il Movimento volontari cattolici.
Don Cesare, invece, svolge la funzione di vicario generale della diocesi, oltre a presiedere la Fondazione e a coordinare il più possibile le opere, ed in particolare la “Mensa Papa Francesco”, alla quale si sente profondamente legato.
Va anche detto che la Fondazione Regina Pacis si avvale di un nutrito numero di collaboratori salariati, quotidianamente impegnati nelle strutture e nei progetti.
A marzo arriveranno dall’Italia quattro giovani del Servizio civile internazionale, dei quali tre da Lecce, che opereranno nella Fondazione. Si tratta di un progetto realizzato in collaborazione con il Movimento Cristiano Lavoratori.
Già fin d’ora si muovono i primi passi per la presenza dei volontari la prossima estate in Moldavia, e certamente l’arcidiocesi di Lecce, come in passato, darà una bella risposta.