Ripartirà giovedì 12 novembre 2020 alle 17, presso la parrocchia di San Giovanni Battista in Lecce, con l’inaugurazione presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia, la Scuola diocesana di formazione teologica.
Una proposta formativa aperta a tutti i fedeli laici che hanno compiuto il diciottesimo anno di età, alle religiose e a tutti coloro che sono in cammino di discernimento nelle comunità parrocchiali per essere testimoni credibili e collaboratori umili nei diversi ambiti pastorali: evangelizzazione e catechesi, vita liturgica, servizi caritativi, membri degli organismi pastorali, guide nei gruppi, movimenti e associazioni laicali.
La scuola diocesana di formazione teologica nasce con lo scopo di introdurre al sapere teologico e offre a questo scopo una formazione di base. Per questo è auspicabile una sempre più larga partecipazione dei fedeli laici, già dal compimento dei diciotto anni.
E’ nel suo interno, infatti, che sarà possibile attuare un certo reclutamento di forze, che promuova nelle comunità parrocchiali il “pensare” cristiano e non solo l'«agire». La ricchezza di ministeri della Parola dipende anche da un attento discernimento delle capacità che si possono manifestare dentro la scuola teologica di base. Ogni cristiano deve essere aiutato a scoprire la propria vocazione e a realizzarla, in modo che la spiritualità e l'apostolato in ogni comunità parrocchiale e nella Chiesa locale maturino col contributo attivo ma specifico di ciascuno.
Non si tratta, quindi, di favorire una formazione generica e minimale, per consacrare un livello piuttosto basso di capacità teologica, o peggio ancora per nascondere carenze e avvalorare illusioni. Si tratta di educare alla serietà del sacrificio richiesto dal “pensare cristiano”, dove ragione e fede si intrecciano, pur senza confondersi, e si stimolano a vicenda a crescere.
In questa prospettiva, fine primario della scuola diocesana di formazione teologica è aiutare i credenti a far propri gli strumenti e i metodi necessari per esplicare, ad un livello sia pure iniziale e globale, la funzione teologica propria di ogni membro della Chiesa. Al tempo stesso essa favorisce l’acquisizione di un linguaggio e di una prospettiva che rendano più agevole sia l'ascolto della Parola, scritta e tramandata, sia il dialogo con il mondo.
Sappiamo però che, anche la nostra Chiesa locale domanda ormai la presenza di vari servizi e ministeri: i lettori, che non possono ridursi a semplici declamatori della Parola; gli accoliti, che non possono limitarsi a prestare materialmente dei servizi all'altare; i catechisti o animatori della catechesi, chiamati oggi a nuove competenze per portare con credibilità l'annuncio della fede in un mondo in continuo mutamento; gli animatori di gruppi di preghiera e di altre attività apostoliche, specialmente nel campo della carità e della testimonianza; i membri degli organismi pastorali, soprattutto quelli a carattere diocesano. Certamente la scuola diocesana di formazione teologica non risponde in modo esaustivo alle esigenze singole delle situazioni ora ricordate, ma essa rappresenta un'opportunità da non sottovalutare per la crescita personale e della nostra Chiesa diocesana.
Concludo con una sottolineatura e un invito. Sarebbe auspicabile, anzitutto, che da parte di tutti si prendesse sempre più coscienza della necessità di una spiritualità specifica per coloro che mirano a una maturità teologale o sapienziale di fede. Non si pensi che il «mestiere del pensare» sia fuori d'ogni pericolo, si trovi al di sopra delle tentazioni, in zona immune da rischi. Anzi: proprio quando ci si spinge verso le vette, diventa più necessaria la vigilanza; perché ivi, forse più che altrove, sta in agguato «il maligno». Può diventare, sì, più facile l'amare; ma anche più difficile. Si può crescere nell'umiltà; ma anche nell'orgoglio. Ci si può addestrare alla comunione; ma anche al settarismo. Si può acquistare abilità critica; ma anche tendenza a privilegiare la contestazione di altri e non di se stessi. Si scopre il calore della preghiera, ma forse anche il gelo della scienza. Si penetra nella contemplazione che può condurre fino all'estasi, ma ci si può anche nutrire del fumo delle vane curiosità. Inoltre si pone grande attenzione sulla realtà che la nostra scuola diocesana diventi veramente un centro di «formazione», ma in senso pieno. Per questo, oltre ad insistere sull'importanza del metodo e della mentalità nella nostra scuola di formazione teologica si vuole sottolineare l’urgenza della iniziazione ad una autentica spiritualità nell'esercizio della riflessione teologica sulla fede. Una spiritualità che oggi particolarmente richiede profondo e convinto amore alla verità rivelata, accompagnato dall'impegno di inserirne i contenuti nel presente contesto culturale; una stretta fedele e rispettosa collaborazione con i pastori; un vivo senso del servizio all'intero popolo di Dio. In definitiva si vuole che la scuola diocesana di formazione teologica risponda veramente alle esigenze concrete della evangelizzazione, e più in generale della pastorale missionaria delle parrocchie, dei movimenti e di tutti gli organismi che animano la propria vita. Si potrà così sperare che la dimensione profetica e di sapienza penetri sempre di più nel vivo della nostra Chiesa locale e ne costituisca momento essenziale e fermento di vita e di missione.