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Il materiale per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno è stato preparato dalla comunità monastica di Grandchamp nata intorno agli anni ’30 da alcune donne di tradizione riformata che riscoprirono l’importanza del silenzio nell’ascolto della Parola di Dio, a loro ben presto si unirono altre persone, anche di altre chiese, che con sistematicità frequentavano i ritiri a Grandchamp, una località svizzera nei pressi del lago di Neuchâtel.

 

 

Le monache di Grandchamp, insieme alla fraternità di Taizé e alle piccole Sorelle di Gesù, con cui presto vennero in contatto, sono diventati luoghi in cui l’ecumenismo si coniuga con la preghiera e la vita.

Il tema di quest’anno è preso dal cap. 15 di San Giovanni, il discorso che Gesù fa subito dopo la Cena con i suoi discepoli e prima dell’Ora della Passione: “Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto” (Gv 15.5-9).

Il Delegato della Cei per l’ecumenismo, mons. Spreafico, il presidente della federazione delle Chiese evangeliche in Italia il pastore Luca Maria Negro e il compianto metropolita Gennadios Zervos, arcivescovo metropolita ortodosso d’Italia nella presentazione del sussidio ci invitano, con una lettera comune a prendere atto che in questo nostro tempo, segnato per l’umanità intera da una stagione di grande sofferenza, colpita nel profondo dal Covid-19 e dalle sue devastanti conseguenze sociali, economiche e morali, siamo richiamati e ricentrarci sull’Unico in grado di dare senso alla nostra vita.

C’è chi ha scelto di ignorare i bisogni degli altri, chi ha deciso di chiudersi ulteriormente nei propri confini, chi si è lasciato andare all’inerzia. Gesù, invece, nell’avvicinarsi della Prova si apre e, usando l’immagine della Vite e dei tralci cara al Primo Testamento, si identifica con la Vite facendosi garante del nostro rapporto con il Padre. Gesù vuole rassicurare tutti noi, suoi tralci, ci chiede di non temere davanti alle difficoltà e ai tempi bui: la forza, l’energia vitale proviene da Lui, non la dobbiamo cercare in noi stessi o altrove.

Quest’anno tutti noi cristiani, di qualunque denominazione, siamo chiamati a non fuggire via, arroccati sulle proprie posizioni ripiegandosi su sé stessi e sulle proprie sicurezze, siamo portati non ad un’agitazione sterile o un attivismo sfrenato, ci viene chiesto un rapporto saldo e vivificante con la sua Parola unica garanzia per portare molto frutto.

Nella nostra diocesi, a causa degli impedimenti che ci vengono dall’emergenza Covid, non potremo svolgere incontri comunitari, ma ogni giorno a partire da martedì 19 gennaio, potremo seguire su Portalecce e Telerama alle 18 prima della messa quotidiana, un commento al testo biblico di quest’anno da parte dei vari pastori o presbiteri delle chiese presenti in diocesi.

Giovedì 21, sempre alle ore 18 dalla cattedrale, sarà trasmesso un momento di preghiera con i rappresentati delle varie chiese insieme all'arciescovo Michele Seccia, che concluderà la celebrazione delle Settimana di preghiera con l'Eucaristia di domenica 24 gennaio.

Il 25 gennaio il prof. Furio Biagini, decente di Storia dell’Ebraismo presso l’Università del Salento, offrirà una riflessione sul Qohelet argomento scelto per quest’anno per la giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che generalmente si celebra il 17 gennaio in apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ma che nella nostra diocesi, per la concomitanza con la festa di Sant'Antonio Abate, abbiamo spostato a conclusione.

                                                                                                                                                                                              *delegato diocesano per l'ecumenismo

 

sett unita cristiani 2021

 

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