La Visita Pastorale nella comunità parrocchiale di San Nicola di Myra in Borgo San Nicola, che ha inaugurato l’ultimo tratto del percorso di visita dell’arcivescovo Michele Seccia nelle comunità di tutta la diocesi, con la visita alle parrocchie della città, ha lasciato un segno di speranza nel piccolo quartiere della periferia nord della città di Lecce.
Speranza è stata la parola che ha fatto da leitmotiv a questi tre giorni di grazia, una parola che rimanda alla virtù teologale, ma che diventa per tutti i fedeli uno sprone a continuare a vivere il percorso di rinascita e di crescita della parrocchia e di tutto il territorio del Borgo.
“Il vescovo non è venuto a controllare e ad ispezionare, ma per vivere con voi un tratto di strada, perché anche voi possiate interloquire con lui”. Con queste parole mons. Seccia ha aperto il suo dialogo con i fedeli, che esponendo il loro pensiero, la loro personale riflessione al presule, si sono sentiti accolti.
Per tutti il pastore ha riservato una parola di speranza, in modo particolare per gli anziani e gli ammalati, che ha visitato nella mattinata di venerdì, accompagnato dal parroco don Cosimo Marullo. Tra le anziane che ha visitato c’è stata anche la signora Splendida, alle soglie dei 105 anni di età. È essa stessa, donna di fede profonda e semplice, un segno di speranza per tutta la comunità parrocchiale.
La parola speranza è risuonata ancora durante l’assemblea parrocchiale, nel corso della quale il presule, considerato il percorso di ripartenza e di crescita della parrocchia negli ultimi anni, dovuto anche alla costruzione della nuova chiesa, ha definito la comunità come “parrocchia della speranza”, parrocchia cioè che, riedificata sulle fondamenta di Cristo, riscopre ogni giorno la bellezza di una crescita che permette di guardare al futuro con gioia e fiducia.
Speranza è stata anche la parola guida nella visita ai detenuti della casa circondariale di Borgo San Nicola, avvenuta nella mattinata di sabato. Il presule, nell’omelia della celebrazione presieduta in una delle cappelle del penitenziario leccese, ha invitato i reclusi ad avere il coraggio della speranza, a guardare avanti nonostante le sofferenze dovute alla reclusione, perché la speranza è determinazione, coraggio di guardare avanti per un futuro di rinascita e riscatto umano e spirituale.
Nella mattinata della domenica, l’arcivescovo ha incontrato i bambini e i ragazzi della catechesi dell’iniziazione cristiana e il gruppo giovanissimi, nato negli scorsi mesi, dopo il camposcuola estivo. I ragazzi hanno rivolto le loro domande al pastore, il quale, a cuore aperto, ha raccontato la storia della sua vocazione e ha risposto alle curiosità dei fanciulli.
Nel corso della celebrazione conclusiva ha voluto affidare alla comunità, come mandato della visita pastorale, le opere di misericordia corporale, partendo dalla Parola della XXXII domenica del tempo ordinario, sottolineando l’importanza di ciò che egli, in questi giorni ha potuto vedere e vivere: una comunità che pur essendo una parrocchia di periferia, è una comunità unita e solidale che vive di fede e nella disponibilità nell’andare incontro all’altro.
Nello stimolo per vivere al meglio la comunione, guardando con speranza e fiducia al futuro, il Vescovo ha benedetto la comunità, invitandola a continuare ad essere riflesso della grazia di Dio.