Il Papa ha ricevuto ieri il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi per la promulgazione di alcuni decreti di canonizzazione e di venerabilità.
Il card. Semeraro, peraltro, sabato prossimo 1° febbraio sarà a Lecce in cattedrale per presiedere la solenne concelebrazione eucaristica per la professione solenne di Suor Rita Teresa Calfapietra, monaca benedettina del monastero leccese di San Giovanni Evangelista.
Durante l’incontro di ieri, il Santo Padre ha autorizzato il porporato di Monteroni alla promulgazione dei decreti che riconoscono il miracolo ottenuto per intercessione di Vincenza Maria Poloni, fondatrice dell’Istituto Sorelle della Misericordia, e il martirio di cinque frati minori, uccisi nel 1597 in Georgia, e del marista Licarione May, assassinato nel 1909 a Barcellona. Tre i nuovi venerabili, tra cui don Quintino Sicuro, sacerdote originario di Melissano (diocesi di Nardò-Gallipoli), eremita, nato nel comune salentino il 29 maggio 1920 e morto il 26 dicembre 1968 su un sentiero del Monte Fumaiolo di Verghereto.
Quintino Sicuro, già da bambino manifesta l’idea di diventare religioso, ma prosegue gli studi. Allo scoppio della Seconda Guerra mondiale si arruola nel corpo della Guardia di Finanza, partecipa alle operazioni di guerra nei Balcani e, nel 1943, si unisce ai partigiani della Brigata Garibaldi. Catturato e imprigionato dai nazifascisti, evade travestito da prete. Terminata la guerra, entra nel Corpo della Guardia di Finanza, ma vive, poi, un periodo di crisi sul piano personale che risolse grazie alla guida spirituale di don Luigi Falsina, parroco di Iseo. Lasciata la Guardia di Finanza, nel 1947 entra nel convento dei Frati Minori di Ascoli Piceno e in seguito abbandona il cammino francescano e si ritira nell’Eremo di Montegallo, col desiderio di “distacco radicale dal mondo”, per vivere in grande povertà. Si sposta in vati luoghi eremitici fino a fermarsi all’Eremo di Sant’Alberico alle Balze di Verghereto. Completa gli studi teologici e riceve l’ordinazione sacerdotale. Si dedica, soprattutto all’eremo, con l’intento di farlo diventare un’oasi di spiritualità dove sacerdoti e laici potessero recarsi per seguire corsi di esercizi spirituali. Riesce a combinare la contemplazione e la solitudine con un fecondo apostolato tra la gente, aiutando i bisognosi e mettendosi a disposizione dei parroci e viene considerato un autentico maestro dello spirito e un santo eremita. Muore il 26 dicembre 1968.
Don Quintino Sicuro morì il 26 dicembre 1968, lasciando una traccia indelebile nei cuori di quanti lo conobbero. La sua fama di santità spinse il vescovo di Cesena e Sarsina, mons. Luigi Amaducci, a introdurre la causa di beatificazione il 1° novembre 1985. Il processo diocesano si concluse nel 1991, e due anni dopo gli atti furono trasferiti a Roma presso la Congregazione delle cause dei santi.
La figura di don Quintino Sicuro rappresenta un modello di vita cristiana che invita a seguire il richiamo di Dio con coraggio e perseveranza. La sua vita, fatta di preghiera, sacrificio e servizio agli altri, continua a ispirare i fedeli, specialmente nella sua terra natale, il Salento, e nei luoghi che lo videro eremita e pastore.
Con questo Decreto, la Chiesa invita tutti a pregare e a riflettere sull’esempio di don Quintino, affinché il suo messaggio di amore per Dio e per l’umanità possa continuare a risuonare e a guidare le generazioni future.
Foto Vatican media