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Prende il via oggi la Visita Pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia alla decima comunità parrocchiale della città. Da oggi e fino a domenica 26 gennaio il pastore visiterà la parrocchia salesiana di San Domenico Savio. Con il parroco, don Pasquale D’Angelo, entriamo nel cuore della vita comunitaria.

 

 

Don Pasquale, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in Visita Pastorale nella tua comunità?  

La nostra parrocchia è composta da circa 8mila persone; è una realtà, dunque, ampia e variegata, con molteplici bisogni e tante sfide da affrontare, sul piano religioso e culturale. Rispetto all’ultima Visita Pastorale, nello stesso periodo di 11 anni fa, il nostro vescovo troverà una realtà sociale notevolmente cambiata, sia a causa del progressivo invecchiamento della popolazione che dell’avanzata secolarizzazione e di una marcata e diffusa indifferenza religiosa, con la conseguenza di un indebolimento del senso di appartenenza alla comunità parrocchiale. La condizione economica delle famiglie si può definire medio-alta ma non mancano sacche di indigenza, come si rileva dalle numerose famiglie che si avvicinano alla Caritas in cerca di assistenza materiale. Non mancano segni di speranza che ci consolano e incoraggiano nel proseguire con ardore il nostro impegno pastorale. Ci sono, infatti, tante famiglie e numerosi ragazzi che frequentano la nostra Opera anche in ragione delle tante attività che ancora riusciamo a proporre, grazie a un cospicuo gruppo di animatori appassionati, giovani e adulti, che hanno fatto della missione educativa la loro ragione di vita. Riteniamo dunque che, pur tra fatiche e contraddizioni, riusciamo ancora a essere un polo di attrazione per il territorio.

 

Quali sono i punti forza e le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?        

Il numero dei fedeli che partecipano alle sante messe, nonostante la diminuzione delle presenze che si è accentuata con la pandemia, è ancora numeroso. Come tanti sono i fedeli che partecipano ai momenti celebrativi più caratteristici della pietà popolare. Tra i nostri punti di forza c’è il fatto che riusciamo ancora a garantire, sia in mattinata che nel pomeriggio, la presenza costante di almeno un sacerdote per l’accoglienza e le confessioni. La basilica è un punto di riferimento per tanti che cercano un conforto spirituale e uno spazio per la preghiera personale. Va da sé che dobbiamo fare proposte che coinvolgono il quartiere e pianificare iniziative, celebrazioni e feste, per raggiungere le tante piazze del nostro territorio. Nell’ambito della catechesi siamo felici di accogliere circa 500 ragazzi. Grazie a loro riusciamo a raggiungere e incontrare tanti adulti. La catechesi è trasmessa con modalità e tecniche che attingono alla tradizione salesiana, arricchita con una offerta formativa che include giochi, Estate ragazzi, campi scuola. I ragazzi e i loro genitori traggono giovamento da questa abbondanza di iniziative. Le catechesi rivolte agli adulti hanno un riscontro positivo, almeno in senso quantitativo. Con il Giubileo abbiamo anche proposto ai nostri fedeli di fare gli esercizi spirituali durante la Quaresima. Posso affermare, senza il timore di essere smentito, che il nostro punto di forza è don Bosco e lo slancio apostolico che si è irradiato da lui giungendo fino a noi e toccando la nostra città. Il punto debole è costituito dal fatto che siamo ancora alla ricerca di contenuti e di un linguaggio aderente alle domande di senso dell’uomo del nostro tempo e capace di trasmettere il Vangelo come un messaggio attraente e portatore di bellezza. Solo così riusciremo a contrastare una mentalità dominante sfavorevole alla fede religiosa. La dimensione della carità si esplica principalmente attraverso il gruppo dei volontari della Caritas che svolge una lodevole e generosa attività a favore delle tante persone che bussano alla porta del nostro centro: assiste un centinaio di famiglie, gestisce un centro di ascolto per i problemi delle famiglie bisognose, un doposcuola per le donne immigrate della Georgia. Devo altresì far notare che noi salesiani esercitiamo la carità attraverso l’impegno educativo a favore dei giovani, destinatari privilegiati della nostra attività pastorale. Ciò implica un investimento di risorse anche economiche per mantenere quelle strutture che ci consentono di coinvolgere i giovani con lo sport, la musica, il tempo libero, i gruppi. Il punto debole è la carenza di risorse umane ed economiche atte a soddisfare le numerose esigenze.

 

Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale? Quali sono gli obiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?

Non abbiamo attese particolari se non quella molto semplice di essere sostenuti, incoraggiati. Abbiamo la convinzione che il nostro vescovo ci confermerà nella fede e ci aiuterà a capire qual è il modo migliore oggi di essere cristiani, come continuare a essere testimoni di speranza in una cultura sottilmente disperante. L’obiettivo che ci proponiamo di raggiungere è di riuscire a fare delle proposte valide e rispondenti ai bisogni umani e spirituali non solo dei ragazzi ma anche dei genitori. Alcune commissioni del consiglio pastorale (che noi chiamiamo Cep) stanno lavorando alacremente per mettere a punto esperienze significative da vivere con adulti, giovani e famiglie.

 

 

Forum Famiglie Puglia