La cattedrale di Lecce gremita di fedeli. Ieri sera, nel giorno dell’Annunciazione, la Chiesa di Lecce, convocata dall’arcivescovo Michele Seccia, si è riunita in comunione spirituale con il Santo Padre, Papa Francesco, per l’Atto di consacrazione di “noi stessi, della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria”.
Il presule leccese ha pronunciato la preghiera di consacrazione inginocchiato dinnanzi all’altare dell’Immacolata, nel transetto sinistro del duomo, con il vescovo Cristoforo Palmieri, i canonici del Capitolo, la comunità del seminario diocesano con i propri educatori.
“O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te”. Così nella preghiera di consacrazione il Papa e i vescovi del mondo hanno invocato la Madre della misericordia. “Abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti delle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della casa comune”. E riponendo in Lei ogni fiducia hanno invocato la Madre celeste rivolgendo il grido di aiuto.
“Abbiamo bisogno del tuo intervento materno” e una supplica “Regina della Pace, ottieni al mondo la pace”. E ancora “il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti”.
Nella sua omelia, l’arcivescovo ha invitato la Chiesa di Lecce a continuare e rinnovare l’impegno di conversione e carità:
“Sull’esempio di Maria che, dopo aver accettato la proposta dell’Angelo, corse da Elisabetta che aveva bisogno della sua presenza e del suo aiuto, anche la nostra Santa Chiesa di Lecce non si lascia supplicare in questo cammino quaresimale di conversione e di carità: la nostra preghiera continua e il nostro sostegno ai nostri preti missionari in Moldavia, don Cesare e don Massimiliano, a due passi dalle bombe, al servizio di chi scappa dal terrore e dalla morte. Il nostro incoraggiamento costante alla Caritas diocesana, alle parrocchie di Surbo, Squinzano e Merine, in questi giorni in prima linea nell’accoglienza dei profughi, alle scuole cattoliche che hanno aperto le porte ai bambini ucraini e alle tante famiglie che hanno messo a disposizione il proprio focolare domestico per offrire calore umano e cristiana solidarietà”.
“La pace si costruisce - ha aggiunto Seccia - quando ciascuno di noi si converte nell’invocare il perdono di Dio: perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, perdonaci se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti”.
“Il Cuore Immacolato di Maria, al quale anche noi, consacreremo la Russia e l’Ucraina ci custodisca e ci protegga sempre. Amen”.
La celebrazione si è conclusa con l’esposizione e l’adorazione eucaristica per la concomitanza con le “24 Ore per il Signore”.
Racconto per immagini di Arturo Caprioli