Con sentimenti di gioia ed esultanza, l'arcivescovo Michele Seccia ha presieduto ieri, 6 novembre, anniversario della Dedicazione della chiesa cattedrale, la solenne concelebrazione nella piena osservanza delle norme igienico sanitarie vigenti.
La messa è stata trasmessa in DIRETTA da Portalecce e Telerama. A far corona al presule una rappresentanza di presbiteri, di diaconi e di popolo santo di Dio, uniti nel ringraziare il Signore per un sí grande dono: un tempio tra le case degli uomini.
Tre i fuochi che hanno animato il pensiero omiletico di Seccia: la memoria, l'identità, la missione. Celebrare il giorno anniversario della dedicazione di una chiesa è riavvolgere il nastro della memoria per scorgere il filo rosso dello Spirito che da secoli scrive la storia di una comunità ecclesiale.
L'arcivescovo ha affermato: "il senso di questa liturgia risiede nella unità e nella continuità; la storia di questa diocesi è scritta dai grandi santi che l'hanno caratterizzata e soprattutto dalla azione pastorale che tutti i vescovi che mi hanno preceduto su questa cattedra hanno posto in atto con l'intento di essere segno e testimonianza di Cristo nel tempo".
Questa consapevolezza porta i fedeli che formano il popolo dei credenti che vive in Lecce ad avere una identità.
I cristiani, perché innestati nel Signore, sono i seminatori della speranza.
Ancora Seccia: "consegnare alla diocesi la Lettera pastorale sulla speranza non vuol dire guardare a quest'ultima come ad una certezza su un futuro migliore, bensì proclamare con la vita e con le scelte che, al di là di ciò che può accadere, il Signore è la presenza certa che guida i miei passi".
Dunque si delinea un nuovo modo di vivere la fede che secondo il pastore salentino è ulteriore declinazione di un munus, quello dei credenti, che deve portarli ad essere consapevoli della loro missione nella e per la Chiesa.
Forte il monito del pastore della chiesa di Lecce: "terminare questa liturgia e accorgersi che in noi non è cambiato nulla, vorrebbe dire aver vanificato l'incontro con il Cristo Risorto. Egli mi disseta, mi osserva e, con la Chiesa, mi invia ad essere acqua che ristora, occhio che, come per Zaccheo, guarda il fratello per donare a lui vita nuova".
Il tempio dedicato consente di focalizzare l'attenzione sul tempio spirituale che è costituito dai cristiani che nella Chiesa leccese vivono ed operano, segno di speranza per un mondo che sempre più conosce la triste avventura della secolarizzazione.
Al termine della celebrazione, l'arcivescovo ha consegnato ai sacerdoti e alle comunità parrocchiali tramite il vicario generale mons. Luigi Manca e il vicario foraneo di Lecce mons. Piero Quarta il nuovo messale che dalla prima domenica di Avvento potrà essere usato per celebrare i divini misteri.
Si è chiusa così una giornata di festa che ha permesso a tutti di guardare all'Essenziale che non è invisibile agli occhi ma è sostanza dell'agire ecclesiale.
Photogallery di Arturo Caprioli