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Nel giorno del Giubileo episcopale, Portalecce pubblica l’introduzione al breve “memoriale” dal titolo “Come renderò grazie al Signore. Appunti da un Ministero”, che mons. Michele Seccia, vescovo da 25 anni, ha voluto mettere nero su bianco per regalarlo stasera a tutti i presenti al termine della concelebrazione eucaristica giubilare: un inno di lode e di ringraziamento al Signore per il dono della vita, per la grazia della vocazione e per il servizio apostolico dell’episcopato (SCARICA IL TESTO INTEGRALE).

 

 

Mi introduco alla breve narrazione delle principali tappe della mia vita, desiderando rendere grazie al Signore per ogni avvenimento, per ogni volto, per ogni sofferenza e per ogni gioia che Egli mi ha concesso di vivere e che io ho cercato di ricevere come prezioso dono.

A venticinque anni di distanza dalla mia Ordinazione Episcopale, desidero fare memoria grata per la storia di salvezza che il Buon Pastore ha tratteggiato lungo la mia esistenza. Intendo condividerla con te, caro lettore, perché tu possa lodare il Signore insieme a me.

 

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore!

Hai ascoltato la voce del tuo servo!

Hai esaudito i desideri del mio cuore!

Colmo di gioia, oltre ogni umana attesa,

a Te voglio cantare la mia lode,

e testimoniare la mia gratitudine

davanti al Popolo che tu mi hai affidato

nella Chiesa e con tutti coloro dove 

mi hai mandato e costituito Pastore,

Sacerdote, Padre e Fratello nella Fede.

Un corpo mi hai dato,

l’hai preservato dal maligno,

e custodito nella difficile esperienza

della sofferenza fisica, della lotta morale e spirituale.

Solo quando per Tua grazia,

ne ho preso coscienza con certezza

spirituale, intellettuale e morale,

ho potuto dire nel tempo opportuno:

Ecco, io vengo per fare la Tua volontà!

Queste parole ho pronunciato nelle varie tappe della mia vita

e, di volta in volta, sono divenute sempre più veraci:

dalla risposta infantile ed ingenua, piuttosto istintiva,

nell’incoscienza dell’età preadolescenziale,

maturata con il tempo, l’esperienza, lo studio;

grazie alla sapiente guida di diversi

Padri spirituali, Superiori e Docenti,

all’azione, discreta ed invisibile,

della Grazia e dello Spirito Santo,

sono giunto all’“Eccomi” convinto e radicale

pronunciato nel tempo dell’indimenticabile

Mese Ignaziano, quando la luce della Parola,

e la quotidiana e solitaria celebrazione eucaristica

mi aprirono la mente, il cuore e la volontà,

per rompere ogni indugio nel proseguire

il cammino iniziato da fanciullo undicenne.

Un tempo che ripercorro spesso nella memoria

colma di lode e gratitudine per quanto ricevuto.

 

 

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