Collaboratore della vostra gioia: Adiutor gaudii vestri. Dal 1997 è il motto, prim’ancora il programma di vita, di mons. Michele Seccia, dal 2018 arcivescovo di Lecce.
Adesso è anche il titolo del volume pubblicato dall’arcidiocesi di Lecce e stampato per i tipi delle Edizioni Vivere in, con il sostegno della Banca Popolare Pugliese, presentato nel corso di un incontro tenutosi nell’augna magna del Centro mediterraneo di pastorale e di cultura “Giovanni Paolo II”. Ultimo atto delle celebrazioni giubilari per il XXV anniversario di episcopato (GUARDA) dell’arcivescovo promosse dalla diocesi.
Il volume raccoglie in 700 pagine le 14 lettere pastorali che attraversano 25 anni di episcopato del presule leccese e, con essi, la storia stessa delle tre Chiese locali che lungo l’asse adriatico, dalla diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie (Chiesa locale d’origine) muovendo alla diocesi di San Severo, alla diocesi di Teramo-Atri e, in ultimo, all’arcidiocesi di Lecce, hanno segnato il cammino di mons. Seccia.
“Le sue lettere pastorali - ha spiegato il vicario generale mons. Luigi Manca, tra l’altro, curatore di questa importante pubblicazione per l’arcidiocesi - hanno il sapore della sapienza che discende dalla Parola e dalla vita vissuta. Sono un concentrato di esperienza, di vicende esistenziali ordinarie ed eccezionali, sviluppato alla luce dell’arcobaleno del Vangelo. Agli scritti del nostro amato arcivescovo si aggiunge un ricco compendio fotografico che ritraggono l’uomo giovane, tranquillo e tranquillizzante, proteso al futuro, negli anni della sua presenza a San Severo; poi l’uomo maturo che attraversa con coraggio e speranza anche le prove immani delle catastrofi naturali nel territorio della diocesi di Teramo-Atri; infine, l’uomo dell’ascolto, come premessa e stile del camminare insieme, anticipando il cammino sinodale voluto fortemente da Papa Francesco, in cui bisogna osare, per esprimere e vivere autenticamente il tempo della nostra speranza attiva”.
Le 14 lettere pastorali di Seccia sono introdotte da nove contributi scritti: l’introduzione di mons. Manca, per l’appunto; il profilo biografico di mons. Seccia di Vincenzo Paticchio, direttore responsabile di Portalecce; la riflessione del card. Salvatore De Giorgi e del presidente della conferenza episcopale pugliese mons. Donato Negro, i testi curati da Antonio Guidone, Sandra De Colli, mons. Adolfo Putignano, Simona Abate.
“Si legge la passione di mons. Seccia per l’ordinario, per la liturgia, il magistero la spiritualità - ha affermato la moderatrice dell’incontro Simona Abate, coordinatrice della Casa della Carità. Mons. Michele Seccia ha vissuto quei suoi 25 anni di episcopato mantenendo la sua promessa di essere al servizio di Dio e degli uomini, esprimendo ogni giorno la sua attenzione verso il sociale, l’ambiente, l’economia. In una parola, verso la persona. Ecco perché, la parola che ricorre di più tra i contributi scritti che sono introducono le sue lettere è certamente quella di amico: mons. Seccia si è fatto davvero collaboratore della gioia di tutti”.
Non solo un attesto di affetto e di fede, questo libro racconta il modo di sentire e vivere il ministero episcopale e, ancor prima quello presbiteriale, di mons. Michele Seccia.
“Se nell’inizio c’è il compimento - ha sottolineato don Tony Bergamo, direttore dell’Issrm “don Tonino Bello” di Lecce - allora era interessante soffermarsi sulla prima lettera pastorale di mons. Seccia alle tre diocesi a lui affidate. In esse si coglie una ripetizione che non è affatto generalità, ma è il segno di un cammino di vita in cui si è andato sempre più in profondità. Nella prima lettera a San Severo domina il concetto dell’io dinnanzi a Dio; in quella a Teramo-Atri quell’io diventa il tu dell’altro che ci interpella e che appartiene alla famiglia di Dio, in quella a Lecce quel tu diventa un noi come presenza di Dio tra noi”.
Photogallery di Arturo Caprioli