Arriva oggi 8 luglio nelle librerie la nuova fatica di Luca De Santis, Nella nuova epoca. Riflessioni post pandemiche su politica, famiglia e Chiesa, edito da Marcianum Press, prefazione di Gianfranco Fabi già vicedirettore del Sole 24Ore e direttore di Radio24.
Luca De Santis, presbitero della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca, è assistente pastorale e docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e presso la Pontificia Università Lateranense a Roma.
Ha conseguito inoltre il dottorato in Dottrina sociale della Chiesa. Numerose le sue pubblicazioni tra le quali: Affinchè nessuno sia privo del necessario (2021). Unire le città per unire le Nazioni. L’idea e la funzione di città in Giorgio La Pira (2020); Autonomismo e persona. Federalismo, autonomia e sociologia del soprannaturale nel pensiero di don Lugi Sturzo (2018).
In dialogo, con l’autore Luca De Santis per approfondire e riflettere sui temi trattati nella nuova pubblicazione.
Come e quando è nata l’idea, il progetto di questo nuovo libro?
La stagione pandemica ci ha sconvolto per tanti motivi, l’intento del libro però non è quello di riflettere sulla pandemia, bensì inquadrare quanto accaduto all’interno di un contesto storico contemporaneo. Nella nuova epoca per certi versi è un libro di reazione a quanto durante il periodo pandemico si è detto su televisione e giornali, come se la Pandemia avesse inaugurato una nuova ‘epoca’, in realtà il Covid-19 non ha fatto altro che scoperchiare situazioni problematiche in cui già ci trovavamo, ma di cui non ce ne rendevamo conto: la medicina di base, il sistema ospedaliero riguardo alla mancanza di un piano pandemico c’era già, a partire da marzo 2020 ce ne siamo accorti, questo ovviamente vale per tante altre realtà sociali come la scuola o la politica in generale.
Siamo “Nella nuova epoca” oppure è un titolo provocatorio?
Assolutamente no, siamo nella nuova epoca che è stata inaugurata dopo la metà dell’‘800, tramite un profondo cambiamento filosofico, economico che ha inciso sugli interessi della persona umana: la caduta del pensiero metafisico e il nichilismo, il sorgere della tecnica e il positivismo, il sorgere di nuove scienze, tutto questo ha influito notevolmente sulla persona generando sia un certo tipo di politica, che di famiglia, che di Chiesa.
Il libro si apre con una riflessione sul ‘900 con riferimento a pensatori quali Martin Heidegger, Romano Guardini e Jacques Ellul. Quali le motivazioni di questa scelta?
Non sono stati gli unici a rendersi conto di quanto stava accadendo, la scelta da parte mia è ricaduta su di loro in base ai loro campi di interesse: filosofia, teologia e sociologia. Heidegger e Guardini si collocano all’inizio del ‘900 offrendoci una profonda riflessione sulla nuova epoca che si stava affacciando, caratterizzata dal pensiero tecnico che sta trasformando sempre di più l’uomo e la società, Jacques Ellul invece con la sua riflessione giunge sino allo sviluppo del computer e la comparsa del cellulare. Heidegger, Guardini ed Ellul possono essere definiti, insieme ad altri pensatori, delle sentinelle che oltre a rendersi conto dei cambiamenti epocali, hanno saputo intravedere le problematiche che nel corso del ‘900 e oltre l’umanità avrebbe dovuto affrontare.
Gianfranco Fabi, nella prefazione afferma: «Non è uno dei tanti libri sulla pandemia. È invece un libro che parla del cammino dell’umanità». In che senso?
Come già detto il compito del libro non è quello del parlare di pandemia, ma renderci conto che essa segna l’occasione per ciascuno di riflettere sul nostro mondo, in modo che ognuno abbia l’opportunità di comprendere l’epoca in cui vive. Sentiamo spesso dire che i nostri ragazzi stanno sempre con lo smartphone in mano o immersi nel computer, accusando di conseguenza l’attuale generazione di ogni tipo di disinteresse, se riflettiamo bene però ci renderemo conto che in passato la tv e prima ancora la radio e ancora prima lo sviluppo dei prodotti tecnologici. Il ragazzo di oggi ha in mano un prodotto diverso rispetto a quello che noi avevamo in passato, ma la strutturazione di pensiero è molto simile.
Riflessioni post pandemiche su politica, famiglia e Chiesa. Quale il ruolo e la responsabilità nel nostro tempo?
La grande società è composta da tante associazioni, queste tuttavia non hanno la medesima importanza, sin dalla presenza dell’uomo sulla terra vi è stata una forma di politica, di famiglia e di religione. stato, famiglia e Chiesa sono le istituzioni primarie, connaturali e fondamentali per la società, ma a rifletterci sono quelle che da una quarantina di anni sono più in crisi. Riflettere sulla nostra epoca, ripartire dopo la stagione pandemica per ricostruire la nostra società a largo raggio, significa ripartire da queste tre istituzioni. Per certi versi, demoralizza il fatto che proprio queste tre istituzioni, continuano a non rendersi conto in quale contesto oggi noi ci troviamo, dei cambiamenti epocali accaduti e della necessità di dare all’uomo del nostro tempo delle risposte verso cui egli anela. Le deficienze che abbiamo vissuto dal punto di vista istituzionale durante la pandemia, ma attualmente la stessa guerra in Ucraina, manifestano l’ancoraggio a schemi di pensiero vecchi e incapaci di rendersi conto delle necessità delle persone. Gli spunti di riflessione all’interno del libro sono tantissimi, con un’analisi molto dettagliata sulla politica, la famiglia e la Chiesa nel nostro oggi.
A chi è rivolto il libro e perché leggerlo?
La pandemia ci ha chiuso in dei bunker, è stato legiferato intorno alle nostre libertà personali, cosa che mai in passato è accaduta, ora che pian piano ne stiamo venendo fuori che tipo di mondo troveremo? Il ritorno in società si sta affrontando con molta superficialità, è necessario un accompagnamento educativo e per certi versi psicologico per i nostri ragazzi a scuola, ma anche per le altre persone. Immaginiamo cosa significherà stare in fila alla cassa e la persona dietro di noi che tossisce, un bambino che starnutisce in una sala d’aspetto. L’aver vissuto la scuola con l’online. Il problema fondamentale, tuttavia, diventa il fatto che se in precedenza un genitore poneva in guardia il proprio figlio da alcune “cose” pericolose: non bere, non fumare, stai attento alle macchine, oggi il nemico è diventata la persona in quanto tale, la semplice presenza di una persona è un pericolo. Aumentano sempre di più i casi di persone che non escono da casa, tra cui anche i giovani. Alcuni genitori desideravano che i propri figli avessero lo smartphone dopo le scuole medie oppure punivano i ragazzi togliendoli il cellulare o il computer, oggi è possibile questo? Si potrà tornare alla normalità come se l’online non fosse esistito? Molte università e altre istituzioni hanno fatto cospicui investimenti durante la pandemia… Molti ragazzi hanno frequentato l’università da casa avendo un cospicuo risparmio: niente affitto, niente spese di mantenimento, ma solo tasse scolastiche. Stiamo come dicevo uscendo dal bunker in cui eravamo e su alcune cose bisognerà riflettere. Il libro tracciando un’accurata fotografia antropologica del nostro contesto ci aiuta a riflettere e a prendere in esame anche alcune proposte che vengono tracciate. I prodotti tecnologici non sono dominati da diversi tipi di pensiero, ma recano con sé un pensiero unico, quello tecnico, che ha cambiato notevolmente la nostra società: il ruolo dei genitori, le finalità della politica, incidendo profondamente sulla Chiesa, in particolar modo sulla figura del sacerdote. Il libro apre tanti temi di riflessione, ma non vuole essere un’accusa contro nessuno, la speranza però è che sui temi proposti si crei una discussione. Non sono solo i ragazzi a essere cambiati, lo è un’intera società, nessuno tuttavia vuole riflettere su questo impegnato com’è ad accusare gli altri. È cambiato il nostro linguaggio, il modo di comunicare e di organizzare le cose. In ultimo vi è la presenza della macchina (robot) che è sempre più sofisticata con il rischio di trasformare i luoghi dell’humanitas come gli ospedali, la scuola o il lavoro in pura asettica tecnica.