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«Voglio evocare il ricordo di quel Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del cuore i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, e come fu adagiato in una greppia quando fu messo sul fieno tra il bue e l’asino»: con queste semplici parole, secondo quando riportato da Tommaso da Celano nella Vita prima, Francesco d’Assisi  chiede a un fedele amico di Greccio di predisporre quanto serve per realizzare il presepe: era il Natale del 1223, esattamente 800 anni fa.

 

 

 

Una mangiatoia con del fieno, un asino e un bue: così san Francesco rappresentò il presepe in una grotta di Greccio, un luogo periferico e quasi sconosciuto a pochi chilometri da Rieti. Non era previsto alcun attore o qualsiasi altro oggetto di scena: i soli occhi della mente dovevano scorgere la presenza di Gesù Bambino, attraverso la condivisione della Parola. Un evento che segnò l’inizio di una tradizione che continua sino ad oggi, tradizione che si esprime attraverso lo sguardo, i colori, le consuetudini caratterizzanti i luoghi della nostra terra.

«E vieni in una grotta». Ripartendo da Greccio è il titolo del convegno di studi nell’ottavo centenario del primo presepe di Francesco d’Assisi organizzato dalla Società di Storia Patria di Lecce con il patrocinio dell’Arcidiocesi e dell’ISSRM “Don Tonino Bello” di Lecce.

I lavori si svolgeranno sabato 16 dicembre nel Salone dell’Episcopio in Piazza Duomo a Lecce.

La prima sessione, che si aprirà alle 9, sarà presieduta dal prof. Mario Spedicato e si svilupperà con le relazioni di Lorella Ingrosso (I manoscritti sul Natale della Biblioteca Innocenziana di Lecce); Francesca Ruppi (La luce della Natività vita natural durante. Onomastica natalizia a Lecce tra XVI e XVIII secolo); Marcello Ippolito (La tela della Natività di Andrea Cunavi in Campi Salentina e la “maniera” veneta in Terra d’Otranto); Manuela Marzo (Tradizioni salentine delle festività natalizie). 

La seconda sessione, a partire dalle ore 11, sarà moderata da don Mauro Carlino e prevede le relazioni di Paolo Agostino Vetrugno (I presepi rinascimentali del salentino Nuzzo Barba); Salvatore Cipressa (Alle radici del mistero della vita); Teresa Romano (Il Natale nella letteratura dialettale salentina, aggiornamenti); Ruggiero Doronzo (Il mistero dell’Incarnazione nella pittura del Sei-Settecento in Puglia: esempi e riflessioni); Eugenio Imbriani (La tradizione popolare salentina del presepe).

Dopo i saluti istituzionali di don Vito Caputo, vicario generale dell’Arcidiocesi di Lecce, del sindaco della città Carlo Salvemini, di Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce, Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale della Puglia e di Antonio Bergamo, direttore dell’ISSRM “Don Tonino Bello” di Lecce, si entrerà nel vivo del dibattito con la presentazione delle relazioni (CLICCA QUI). Le conclusioni saranno affidate a mons. Michele Seccia, arcivescovo di Lecce.

Un viaggio affascinante e coinvolgente attraverso lo studio di manoscritti, tele, tradizioni popolari, letteratura dialettale ed altro ancora nella terra del Salento, per rivivere il Mistero dell’Incarnazione: «E giunge il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza! per l’occasione - si legge nelle Fonti francescane -  sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale si accese splendida nel cielo la stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme».

Il convegno di studi è curato da due responsabili scientifici: i professori Mario Spedicato (università del Salento e presidente Società di Storia Patria di Lecce) e Paolo Agostino Vetrugno (Issr Metropolitano “Don Tonino Bello” di Lecce).

 

 

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