A Gerusalemme Gesù va a predicare al Tempio. Poco dopo un trambusto interrompe le sue parole. Le grida si fanno sempre più vicine finché entrano nel cortile un gruppo di scribi e farisei che spingono una donna.
È giovane e molto bella. L’avevano scoperta mentre si appartava insieme a un uomo che non era suo marito. Non ha la forza di alzare lo sguardo e prova un’immensa vergogna. “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Dicevano questo per metterlo alla prova. Ma Gesù si china e si mette a scrivere col dito per terra. Mentre uno scriba inveisce accusandola, scrive: “usuraio”. Mentre un altro la attacca, scrive: “fedifrago” e ancora, ascoltando ciascuno degli accusatori: “ladro”; “libidinoso”, “padre indegno”. Mette a nudo i peccati e l’ipocrisia di ciascuno. Gesù scrive, senza mai alzare lo sguardo. Infine il Nazareno si alza e dice loro: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Quelli, udito ciò, se ne vanno uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciano solo, e la donna è là in mezzo.
Se vanno con lo sguardo basso, senza dire nemmeno una parola. Lasciano cadere le pietre che ghermivano nelle mani. Gesù allora si alza, si aggiusta il mantello e finalmente si rivolge alla donna, “Dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. La donna rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù dice: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. L’aiuta a rialzarsi, dopo aver abbassato coloro che si erano innalzati a giudici senza essere meno corrotti e meno peccatori di quella donna.