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È con un messaggio rapido e concreto che Antonio Quarta annuncia la partenza di un carico di beni umanitari destinati alla Moldavia ed ai rifugiati ucraini.

 

 

 

 

“Don Cesare, lunedì sarà in partenza una pedana con caffè in grani, macinato e decaffeinato; penne, calendari, panettoni, caramelle, liquore al caffè”.

Con lo scoppio del conflitto in Ucraina l’azienda leccese “Quarta Caffè” ha iniziato ad inviare periodicamente caffè ed altri prodotti utili alla Fondazione Regina Pacis in Moldavia. Il caffè è diventato un noto ristoro per i rifugiati, ma che anche per i soldati ucraini che sono nel pieno del conflitto. È singolare vedere le suore di Madre Teresa, che collaborano con la Fondazione Regina Pacis in Moldavia, camminare tra i poveri distribuendo il “Quarta Caffè”.

“Beviamoci un caffè a facciamo la pace”. È questo il messaggio che scorre tra le ferite di un conflitto che ha stancato molti. Allora il caffè diventa una pausa della sofferenza, un ristoro umano che arriva al cuore, soprattutto quando il caffè è buono e viaggia sulle strade della Divina Provvidenza.

“Il messaggio della partenza di una pedana - ha detto don Cesare - arriva sul mio telefono quando meno è atteso e diventa un segno di speranza, un ricordo del Salento, una vicinanza utile quando si vive lontano da casa ed in situazioni difficili. Se poi il messaggio prosegue con la notizia che arrivano anche le moke, allora è festa, perché nelle trincee un angolo di fuoco per la caffettiera c’è sempre”.

Anche questa è missione, anche un caffè può dare serenità. Ben venga e grazie “Quarta Caffè”.

 

 

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