0
0
0
s2sdefault

Portalecce rilancia volentieri un articolo redatto dal vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, dal titolo “La cristianità dell’Europa tra mediazione e fraternità”, apparso domenica 12 gennaio 2025 su “Nuovo Quotidiano di Puglia”.

 

 

In aperta e consapevole controtendenza con la pubblicistica che in questi anni, non senza ragione, ha parlato della scristianizzazione dell’Europa, della crisi della Chiesa e della fine del cristianesimo in Occidente1 pongo la questione se ci sarà ancora un futuro per il cristianesimo in Europa.

Non vi sono dubbi che, dalla modernità alla postmodernità, si è sviluppato un radicale cambiamento culturale che ha inteso andare oltre l’incontrovertibile identità cristiana dell’Europa. Significativa è l’affermazione di Thomas Stearns Eliot: «Un cittadino europeo può non credere che il cristianesimo sia vero e tuttavia quello che dice e fa scaturisce dalla cultura cristiana di cui è erede. Senza il cristianesimo non ci sarebbe stato neppure un Voltaire o un NietzscheSe il cristianesimo se ne va, se ne va anche la nostra cultura, se ne va il nostro stesso volto»2. Anche se vi sono opinioni contrarie, bisogna riconoscere che, avendo forgiato l’identità più profonda dell’Europa, il cristianesimo non dovrebbe essere considerato una catena da cui liberarsi, ma una sorgente vitale a cui attingere. Sarà anche in futuro il destino dell’Europa? In caso contrario, il cristianesimo si diffonderà altrove, come già sta avvenendo, mentre l’Europa smarrirà sé stessa.

Poniamoci, allora, due ulteriori domande. La prima: Dove va l’Europa “senza” il cristianesimo? Per qualcuno alla deriva3, per altri al suicidio4. E sarebbe proprio la “laicità” l’arma del delitto5. Lo aveva previsto, con profetica lungimiranza, negli anni ’50, Romano Guardini secondo il quale «il non-credente deve uscire dalle nebbie della laicizzazione. Deve rinunciare a quell’“usufrutto” che, pur negando la rivelazione, si appropria dei valori e delle forze che essa ha elaborato. Deve attuare onestamente la sua vita senza Cristo e senza Dio che Cristo ha rivelato, e sperimentare che cosa questo sia»6.

Forse il giorno dell’avveramento di questa profezia è alle porte o sta per arrivare. È significativo che «ogni giorno, da un po’ di anni, accade che menti brillanti della città secolare, indipendenti da ogni disciplina ecclesiastica, dichiarino esplicitamente e in molti modi che la rimozione del vangelo, della fede, della testimonianza cristiana è già l’inizio di una catastrofe per l’umanesimo planetario»7.

Poniamoci allora la seconda domanda, che è il rovescio della prima: Dove va l’Europa “con” il cristianesimo? Va verso la ridefinizione della sua identità in un mondo ormai totalmente cambiato. La rinnovata identità europea dovrebbe poggiare su tre pilastri. Il primo riguarda la riscoperta della trascendenza di Dio e dell’auto-trascendenza dell’uomo. La trascendenza assoluta di Dio esclude la possibilità che egli possa essere “mischiato” con il mondo sul modello spinoziano del “Deus sive natura”. La sua trascendenza, tuttavia, non rimane misteriosa, oscura e impenetrabile, come vuole la moderna teoria del post-teismo. Il cristianesimo è una via di mezzo tra la nientificazione dell’ente e l’eternità di tutte le cose o il “destino della necessità”, secondo la visione di Emanuele Severino. In altri termini, l’esistenza delle cose fuori di Dio non è in alternativa all’eternità di tutte le cose in Dio. Su questo principio poggia la grandezza dell’annuncio cristiano ossia la proclamazione dell’umanità di Dio nel Verbo incarnato.

Lo straordinario avvenimento dell’incarnazione del Verbo consente all’uomo la sua auto-trascendenza. In Cristo, la natura umana non è solo salvata e redenta, ma è anche trasfigurata: l’uomo è più dell’uomo! Contrariamente alle moderne teorie transumaniste e tecnocratiche, nella visione cristiana, mai e poi mai, l’uomo potrà essere ridotto alla stregua di una “cosa”, di una “macchina” o di un semplice “animale”. Inserito in Cristo, l’uomo contempla il volto misterioso di Dio e scopre la sua identità: essere immagine dell’immagine di Dio. Il destino dell’uomo è la sua divinizzazione (cfr. Gen 3,5) attraverso il Verbo incarnato! Sul piano strettamente antropologico e psicologico, le due principali manifestazioni dell’auto-trascendenza dell’uomo sono l’amore e la coscienza. Nel primo caso, l’uomo si trascende nell’incontro con il tu, con l’altro da sé, perché nell’amore è capace di dirigersi verso un’altra persona accogliendola nella sua unicità e singolarità. Nella coscienza, l’uomo si trascende confrontandosi con i significati e i valori che regolano la vita8.

Il secondo guadagno, fondato sul principio cristologico calcedonese, consisterà nel riappropriarsi dell’arte della mediazione; arte difficile, ma tanto necessaria a tutti i livelli: religiosi, culturali, sociali e politici. Essa evita ogni forma di contrasto e di scontro, è consapevole del limite e mantiene in unità i contrari. Sul piano strettamente geopolitico, non dovrebbe essere questo il compito specifico che la storia assegna all’Europa nell’attuale congiuntura dei due grandi imperi americano e cinese?

Il terzo guadagno si riferisce alla possibilità di sperimentare concretamente la gioia della fraternità (cfr. At 4,32), fondata non sul principio astratto dell’illuminismo, ma sul comandamento evangelico riconosciuto come “regola” della vita quotidiana9Solo la paternità di Dio e la redenzione portata da Cristo rendono gli uomini uguali tra di loro. Su questo fondamento teologico, tutti si considerano figli di Dio e, di conseguenza, fratelli tra di loro.

 

 

1 Per un sintetico richiamo bibliografico cfr. F. DE GIORGI, Riformare la Chiesa, Scolé, Morcelliana, Brescia 2024, pp. 7-16.

2 T. S. ELIOT, Notes Towards the Definition of Culture, Faber and Faber Ltd, London 1948, p. 122.

3 Cfr. F. CARDINI, La deriva dell’Occidente, Editori Laterza, Bari-Roma 2023.

4 Cfr. P. BARCELLONA, Il suicidio dell'Europa. Dalla coscienza infelice all'edonismo cognitivo, Edizioni Dedalo, Bari 2005; A. CARRINO, Il suicidio dell’Europa. Sovranità, Stati nazionali e “grandi spazi”, Mucchi Editore, Modena 2016; F. RAMPINI, Suicidio occidentale, Mondadori, Milano 2022; R. REMAGNINO, Il suicidio dell’Europa. Alle origini culturali di un dramma esistenziale, Audax Editrice, Moggio Udinese 2023.

5 Cfr. M. PERA, L’arma del suicidio dell’Occidente: la laicità, in ID. (a cura di), Il suicidio dell’Occidente, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2024.

6 R. GUARDINI, La fine dell’epoca moderna, Morcelliana, Brescia 200711, 102; vedi anche N. A. BERDIAEV, Il senso della storia: saggio di una filosofia del destino umano, Jaca Book, Milano 1971.

7 P. SEQUERI, Calcoli umani o certezza di Dio. Il futuro dipende dalla speranza, in “Avvenire”, domenica, 6 gennaio 2025, p. 19.

8 Cfr. V. E. FRANKL., Un significato per l’esistenza. Psicoterapia e umanismo, Città Nuova, Roma 1983, 67; ID, Fondamenti e applicazioni della Logoterapia, SEI, Torino 1969, p. 30; L. M. RULLA, Antropologia della vocazione cristiana: Basi interdisciplinari, EDB, Bologna 19972; K. WOJTYLA, Persona e atto, tr.it. di G. Girgenti -P. Mikulska Bompiani, Milano 2001;

  1. J. F. LONERGAN, The ontological and psychological Constitution of Christ, F. E. CROWE, M. G. SHIELDS, & R. M. DORAN (a cura di), University of Toronto Press, Toronto, 2002; ID., Insight: Uno studio del comprendere umano, S. MURATORE, & N. SPACCAPELO, (a cura di), Città Nuova, Roma 2007.

9 Cfr. J. RATZINGER, La fraternità cristiana, Queriniana, Brescia 2005.

 

Forum Famiglie Puglia