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Il sistema economico moderno nasce nell’ambiente cattolico italiano. Nel Medioevo si sono create le basi per un mercato aperto, con istituzioni economiche e politiche di supporto al progresso dell’economia.

Con l’obiettivo del ‘bene comune’, furono costruiti chiese e monasteri, che fossero un richiamo all’etica e alla spiritualità dell’uomo, e create ‘opere solidaristiche’ come ospedali e Monti di Pietà, per la cura e il sollievo della persona. Mettendo al centro il ‘primato della persona’, il mercato europeo, dopo il declino dell’Impero romano, divenne il più efficiente del mondo.

Ma, ben presto, l’esaltazione per le innovazioni tecniche e i nuovi processi di crescita posero al vertice la potenza dell’intelletto umano: l’uomo che pensava di sostituirsi a Dio come unico autore del suo destino!

Dall’Illuminismo in poi la Chiesa prende le distanze da questa forma di modernità, identificata con lo spirito capitalista dell’individualismo, dell’utilitarismo e dell’ateismo. Tra l’Ottocento e il Novecento, quando il capitalismo inizia a mostrare i suoi limiti, la Chiesa, finalmente, avvia una nuova stagione di interventi nell’ambito di questa economia disumana.

Nella Caritas in Veritate (2009) si prospetta una visione del mercato solidale più umanamente cristiano. In quest’ultima Enciclica, Benedetto XVI ricorda uomini e donne con le braccia alzate verso Dio per pregarLo, consapevoli che l’amore e la condivisione da cui deriva l’autentico sviluppo, non sono un prodotto delle nostre mani, bensì un dono da chiedere!

 

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