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Febbraio: periodo del Carnevale. Una delle feste più amate dai bambini che vogliono indossare, almeno per una volta, il costume e la maschera del proprio eroe preferito.

La più moderna maschera sociale della storia umana è rappresentata dal bisogno di costruirsi un’esistenza parallela sul web!

Per un bambino o un adolescente internet, i videogiochi, la realtà virtuale, le reti social o la telefonia mobile sono diventati parte normale della sua esistenza.

Nella vita di tutti i giorni, soprattutto i giovani avvertono pressioni molto forti. I mezzi di comunicazione impongono modelli di perfezionismo spesso irraggiungibili.

Alcuni ragazzi avvertono la sensazione di non farcela e allora sentono il bisogno di indossare delle maschere e di rifugiarsi in dimensioni virtuali per potersi muovere liberamente senza essere giudicati. Si tratta in prevalenza degli avatar in rete, o profili virtuali!

Certo, il bisogno di fuggire dalla realtà per sperimentare e mettersi alla prova non è sempre negativo. In realtà il rischio vero di creare relazioni sul web è nell’incapacità di costruire rapporti autentici, celando la propria identità. Ed è qui che bisogna fare attenzione.

La complessità del fenomeno ci fa comprendere come esso non sia ancorato solo a specifiche caratteristiche individuali, ma ad un sistema di relazioni che possono essere falsate nella amplificazione o ridimensionamento delle singole azioni.

Si può affermare che la vera rivoluzione delle nuove tecnologie consiste negli inediti comportamenti che abbiamo adottato! Nel nuovo modello di ‘relazione’ imposto dal web, tutti sono interlocutori inter-attivi, inter-creativi, co-produttori di contenuti.

Si è passati da un modello statico di comunicazione e unidirezionale, come l’era televisiva o referenziale di un autorevole comunicatore, ad un modello dinamico e partecipativo: dalla trasmissione alla condivisione. Le reti sociali digitali hanno creato una nuova agorà, una piazza pubblica e aperta in cui le persone condividono idee, informazioni, opinioni, e dove possono prendere vita nuove relazioni e forme di comunità: tutti sembrano avere la stessa importanza e auto-referenzialità nella comunicazione e condizione della relazione non è più la vicinanza!

Per questo motivo, finché si dirà che bisogna uscire dalla relazioni in Rete per vivere relazioni reali si confermerà il grande equivoco di una generazione che vive l’ambiente digitale come un ambiente puramente ludico e virtuale in cui si mette in gioco un secondo sé, un’identità doppia che vive di banalità effimere, come in una bolla priva di realismo fisico, di contatto reale con il mondo e con gli altri. La Rete è reale, non virtuale!

                                                                               

 

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