Il titolo-domanda, dato a questo contributo (Internet o infernet?), e che a proposito dell’Internet-day ci farà da sfondo nella riflessione, trae ispirazione dal volumetto del gesuita Giovanni Cucci, "Paradiso virtuale o infernet?".
Ovviamente mi rendo conto che parlare delle infinite opportunità, e degli altrettanti infiniti rischi di internet, richiederebbe decine e decine di trattazioni, per via delle infinite applicazioni e della rivoluzione digitale nella nostra vita quotidiana. Mi azzardo, perciò, a porre in rilievo alcuni aspetti che mi auguro, possano suscitare una proficua riflessione nelle nostre famiglie.
Come premessa vorrei subito precisare che uno strumento non è mai neutro, ma dipende dall'intenzione di chi ne fa uso. Nel caso di internet, ad esempio, un conto è utilizzarlo per collegarsi alla rete internazionale e comunicare in tempo reale, via email o attraverso i social network, con persone che si trovano dall'altra parte della terra, o per attingere dalla sua immensa memoria informazioni utili al proprio lavoro o alla propria formazione personale, inclusa quella religiosa e spirituale.
Un altro conto invece è utilizzare internet per evadere dalla quotidianità e andare alla ricerca in un mondo virtuale di surrogati, nei quali trovare un soddisfacimento momentaneo alle pesantezza e alle frustrazioni della vita. In questo secondo caso, ovviamente è come imprigionare la mente, il cuore, in una vuota solitudine e perfino di causare gravi problemi al benessere psicofisico di una persona.
Le immense potenzialità del web sono ormai note. Stando davanti al monitor del proprio pc è possibile consultare libri, riviste, giornali…, come anche le più svariate notizie e informazioni; entrare in contatto con molte persone, in qualsiasi parte del mondo esse si trovino senza spostarci, e senza perdere tempo. Tuttavia per quanto tutto ciò abbia del meraviglioso, anche il web nasconde molte insidie.
Uno dei rischi nei quali si può facilmente incappare, ad esempio, è quello di non saper resistere alla brama di restare connessi ovunque in qualsiasi momento. Ci sono persone che vanno in panico se non hanno un pc, un tablet o uno smartphone a portata di mano, segno evidente che si può davvero diventare schiavi di un oggetto.
Un altro rischio che si corre quasi senza accorgersene, è quello di un approccio superficiale al mondo del web,e un conseguente impoverimento interiore: l'accesso simultaneo a un incalcolabile mole di dati, porta, ad un inevitabile abbassamento della soglia di attenzione e concentrazione.
Un altro grosso pericolo, questo vale soprattutto per i ragazzi che sono lasciati soli a gestire internet, consiste nel fatto che esso può nascondere minacce e pericoli non meno insidiosi di quelli della vita reale. È una pia illusione il ritenere che il proprio figlio sta più al sicuro nella sua cameretta, davanti al pc che non quando è per strada. Il mostro può facilmente nascondersi anche nel web e provocare effetti deleteri di cui, spesso ci si rende conto quando è ormai troppo tardi.
Se l'anonimato e la mancanza di un contatto reale con gli altri, produce un allentamento dei freni inibitori, possiamo immaginare la facilità con cui un adolescente, navigando indisturbato dalla sua camera, può accedere a siti proibiti che accendano la sua fantasia erotica e non. O si pensi a quel senso di onnipotenza, di cui potrebbe sentirsi investito un ragazzo che naviga senza limiti nel web che potrebbe sentirsi spinto, soprattutto se non visto e non controllato, all'aggressività e alla violenza.
Il bullismo in internet non è fantascienza o si consideri il caso, ahimè non meno raro, in cui un ragazzo diventa facile preda di approfittatori di ogni genere, non esclusi i pedofili.
Si comprende allora l'importanza di educare i ragazzi a capire qual è la posta in gioco, di aiutarli ad utilizzare internet con consapevolezza e in maniera positiva per sé e per gli altri come uno strumento per la crescita umana e spirituale. Ci teniamo a ribadire che in questo i ragazzi non vanno lasciati soli, poiché le molle motivazionali più potenti dell'età adolescenziale, sono la spontaneità e l'emotività, più che la capacità di autocontrollo, la prudenza e la riflessività. Per questo hanno davvero bisogno di essere accompagnati per mano, a scoprire la bellezza di queste virtù, per accostarsi in maniera costruttiva alla realtà virtuale.
Il saggio, dice il libro del Qoelet, ha gli occhi in fronte.