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 “La legge approvata dà luogo a una deriva arbitraria ed emotivistica della legittima difesa”. È quanto afferma mons. Mauro Cozzoli, sacerdote pugliese di Bisceglie, professore di Teologia morale alla Pontificia Università lateranense, commentando il nuovo testo di legge sulla legittima difesa approvato dalla Camera e che dovrà ora superare l’esame del Senato.

“La nuova legge considera ‘sempre in stato di legittima difesa’ - scrive mons. Cozzoli - chi, all’interno del domicilio o di un’attività, si difende da un’azione di terzi ‘posta in essere con violenza o minaccia di armi o di altri mezzi di coazione fisica’. È così decondizionato, svincolato, il ricorso alla forza: esso è a sola e inappellabile discrezione dell’individuo che si sente minacciato”.

Mons. Cozzoli evidenzia nell’articolo 2 una “deriva emotivistica della legge che esclude la punibilità per chi ricorre alla forza ‘in stato di grave turbamento, derivante da una situazione di pericolo in atto’”.

“C’è qui una sopravalutazione del turbamento emotivo – commenta Cozzoli -. Chi in uno stato di pericolo non va incontro a uno sconcerto emotivo? Come poi misurarne la gravità? Per la nuova legge l’alterazione emotiva basa a giustificare e rendere impunibile la violenza difensiva. È così mollata la corda della legittimità dell’uso della forza nella difesa e allargata la strada della giustizia fai da te”.

 

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