L’ennesimo episodio di violenza collettiva, verificatosi ieri sera alle porte della stazione ferroviaria di Lecce, ha visto protagonisti un gruppo nutrito di immigrati, ormai frequentatori e abitanti stabili della zona. Ma quale il confine tra libertà e diritto alla sicurezza?
Non potendo più parlare di minoranze silenziose o di situazioni inedite, l’emergenza di soluzioni strutturali, oltre che immediate, interpella senza più deroghe le nostre istituzioni che dovrebbero redistribuire gli immigrati in zone diversificate della città con controlli sul territorio costanti e incisivi.
Se la libertà è stata dichiarata “diritto inalienabile dell’uomo” dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, la sicurezza è affidata allo Stato, come stabilito dalla Costituzione, garante della certezza della integrità psicologica e fisica della persona.
Libertà e sicurezza sono inversamente proporzionali: ecco l’esigenza di concretizzare un equilibrio di garanzia reciproca.
Qualche tempo fa sembrava che la triade territorio-Stato-nazione fosse ufficialmente caduta e superata a vantaggio di una nuova comunità di tipo economico che, però, non è stata sostenuta culturalmente e socialmente.
Secondo il filosofo del 1600 Hobbes, inizialmente l’uomo viveva in uno stato di natura definito ‘giusnaturalismo’ in cui si viveva quotidianamente nella paura in quanto l’uomo era completamente libero di agire secondo il suo volere.
La situazione di repulsione reciproca scatenò una guerra di tutti contro tutti che indusse le autorità ad un patto sociale: la rinuncia ad alcuni diritti a favore della causa superiore della sicurezza.
Si tratta del movimento pendolare di Zygmunt Bauman, secondo il quale siamo nel tempo della deregulation: “Quanto più arriviamo vicini al nostro ideale di sicurezza, tanto più onerosi e irritanti diventano i vincoli crescenti ma inevitabili imposti alle nostre libertà; mentre quanto più siamo vicini alla piena libertà senza vincoli, tanto più diventiamo insofferenti nei confronti del caos e dell’imprevedibilità di un mondo disorganizzato fuori dal normale! Ma sempre più persone stanno maturando la disponibilità a cedere un numero crescente di spazi di libertà per una crescita - vera o presunta, compiuta o solo promessa - del senso di sicurezza”.
La vera libertà consiste nella certezza della tranquillità da danni e rischi per la propria persona soprattutto nella vita di comunità cittadina.
L’esperienza della stazione ferroviaria di Lecce, che affaccia sul centro storico della splendida città barocca e che vede il transito continuo di flussi di turisti e cittadini salentini, richiede la necessità impellente e non più prorogabile di un presidio costante e continuo sul territorio, come immediata risposta alla comunità esasperata e fortemente a rischio incolumità!