Quasi 8 pesci su 10 consumati in Italia sono stranieri, spesso senza che i consumatori lo sappiano, soprattutto a causa della mancanza dell’obbligo dell’indicazione di origine sui piatti consumati al ristorante che consente di spacciare per nostrani prodotti provenienti dall’estero che hanno meno garanzie rispetto a quello Made in Italy.
Lo denuncia Coldiretti Impresapesca dal rapporto “Sos pesce italiano”, presentato in occasione della giornata nazionale del pesce italiano. Citando i dati del Rassf, il sistema europeo di allerta rapido, Coldiretti evidenzia che, su un totale di 399 allarmi alimentari segnalati nel 2018 nel nostro Paese, sono stati 154 i casi riguardanti il pesce e i molluschi.
“In testa alla black list ci sono le importazioni dalla Spagna da cui sono arrivati ben 51 allarmi, dal pesce con presenza eccessiva di metalli pesanti come il mercurio o contaminato con il parassita Anisakis ai molluschi infettati da escherichia coli e Salmonella, fino al cadmio nei cefalopodi come seppie e calamari. Al secondo posto si piazzano gli arrivi dalla Francia con 39 casi, di cui 26 riguardanti la presenza del batterio Norovirus nelle ostriche, ma anche dell’Anisakis nel pesce e dei crostaci con solfiti”.