Non solo un fatto di cronaca. La vicenda della baby gang di Manduria, il cui secondo atto ha portato alle misure cautelari per altri otto minori ed un maggiorenne (2 dei minori ed il maggiorenne in questione erano già interessati da precedente provvedimento, ndr) rischia di creare anche un incidente istituzionale.
Durante la conferenza stampa, il procuratore capo della Repubblica, Carlo Maria Capristo, parlando della parrocchia di fronte all’abitazione di Cosimo Stano, l’uomo bullizzato e picchiato dai ragazzini, a tal punto da chiudersi in casa lasciandosi morire, aveva detto che l’oratorio era oggetto di attenzioni da parte della Procura competente e di essere perplesso per il mancato intervento della parrocchia nei confronti dei minori, alcuni dei quali frequentavano quei locali.
“I fatti contestati agli indagati sono avvenuti nell’arco temporale che va dal 3 marzo al primo aprile, in ore notturne (come specificato dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Taranto, Antonella Montanaro), orario in cui nella parrocchia non vi è più nessuno, considerato che le attività comunitarie sono già terminate e che il parroco risiede altrove. Gli indagati, benché minori - ha precisato in una nota la diocesi di Oria -, sarebbero vicini alla maggiore età, come dichiarato dal procuratore Montanaro Poiché la frequenza degli ambienti formativi parrocchiali è sempre e soltanto su base volontaria - e giammai obbligatoria - e tenuto conto che gli indagati (almeno per quelli di cui si conosce l’identità) già da qualche anno non frequentavano più abitualmente la parrocchia né partecipavano alle attività formative e aggregative proposte dalla stessa, era dunque pressoché impossibile intervenire sugli stessi”.
Infine, la nota della Curia sottolinea che “richieste di intervento alle istituzioni preposte alla tutela dei cittadini sono state fatte più volte nel corso del tempo sia dai vicini del compianto Stano che da operatori della parrocchia. In ultimo, nei primi giorni dello scorso aprile, anche su indicazione di un funzionario di polizia, i vicini di Stano e il parroco hanno provveduto a inoltrare formale segnalazione per un intervento che tutelasse il compianto Antonio Cosimo. Mentre si riprovano totalmente i comportamenti assunti dagli indagati e a loro contestati, nella piena consapevolezza che si stia vivendo un’emergenza educativa, questa Curia Vescovile ritiene che sia quanto mai auspicabile il consolidamento di una piena, totale e fattiva collaborazione tra tutte le agenzie educative interessate, in particolare famiglia, scuola, parrocchia, servizi sociali e tutte le istituzioni operanti sul territorio, per aiutare i giovani a fruire di occasioni sane di formazione e di crescita, avendo cura di non addebitare particolari responsabilità che invece andrebbero opportunamente condivise”.