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La pillola abortiva è il metodo più utilizzato negli ultimi anni per interrompere volontariamente una gravidanza entro i primi giorni dal concepimento, assunta per bocca è in grado di impedire lo sviluppo dell'embrione e favorirne l'espulsione dalla vagina.

 

 

Dall’8 ottobre di quest’anno le donne sopra i quattordici anni (quindi minorenni), possono acquistare direttamente in farmacia, senza alcuna prescrizione medica, la cosiddetta “pillola del giorno dopo”.

Possiamo vederlo come un progresso sociale, un’emancipazione? O come una banalizzazione della sessualità giovanile e quindi come una deresponsabilizzazione? E gli adulti, che vengono invece sempre chiamati in causa quando si parla di decisioni importanti in ambito scolastico o della salute dei propri figli minorenni, perché non sono coinvolti?

Quanto un adolescente conosce di questa pillola? Cosa ne sa degli effetti collaterali sulla sua salute fisica e psicologica?

Cominciamo con lo specificare che un’interruzione volontaria di gravidanza non è mai una scelta facile per una donna, giovane o adulta che sia. Se prende in considerazione un’ipotesi del genere è per tutta una serie di motivazioni. È spaventata ed è nella difficoltà di assumersi la responsabilità di diventare genitore, rischio molto alto se non si vive una sessualità consapevole e non si adottano le dovute precauzioni, fondamentali anche per evitare la trasmissione di malattie veneree.

Purtroppo alcune ricerche suggeriscono un possibile legame tra l'aborto farmacologico ed alcuni disagi a cui la donna potrebbe andare incontro nelle eventuali successive gravidanze. In simili circostanze, si ipotizza un aumento del rischio di:

  • • Sanguinamento uterino durante la fase iniziale della successiva gravidanza
  • • Basso peso del feto alla nascita
  • • Parto pre-termine
  • • Placenta "previa" che può esser causa di emorragie anche gravi.

Secondo noi l’aspetto più grave di questa liberalizzazione è il fatto che il tema della prevenzione, dell’educazione all’affettività e sessualità passi completamente in second’ordine, come se le giovani potessero assumersi, da sole, la responsabilità di una scelta così difficile e potenzialmente dannosa per il loro successivo sviluppo, privando la famiglia di un momento di ascolto.

La libertà con cui si vive la propria sessualità oggi, soprattutto a 14 anni, non può prescindere dall’aver ricevuto tutti gli strumenti di autocomprensione dei propri bisogni, di responsabilizzazione rispetto alle proprie scelte, nel rispetto del proprio e altrui corpo e nel rispetto delle necessarie tappe per giungere ad una sessualità piena e responsabile. Gli adolescenti oggi ricevono un’educazione di tal genere?

I nostri ragazzi sono in grado di comprendere che ad ogni azione vi è una conseguenza, ad ogni libertà segue una responsabilità, non solo dal punto di vista legale ma anche da quello sociale, sessuale e psicofisico?

Noi consulenti del Consultorio “La Famiglia” siamo preoccupati rispetto a quelle che saranno le conseguenze di questa liberalizzazione sullo sviluppo armonico dei nostri e delle nostre adolescenti.

Il nostro compito è prettamente rivolto alla prevenzione e al benessere psicologico di coloro che ci interpellano. Ci impegniamo sempre a realizzare, lì dov’è possibile, percorsi di educazione all’affettività e sessualità diversi per fascia d’età. Sempre pronti a promuovere l’ascolto e la formazione di adulti e giovani su questa e altre tematiche che riguardano la famiglia.

                                                                                                                                                                                               * pedagogista e counselor

                                                                                                                                                                                               **psicologa

 

Forum Famiglie Puglia