Mille tra leader religiosi americani, membri del clero, studiosi di religione hanno firmato una dichiarazione per chiedere “un’elezione libera ed equa” in cui esortano ad accettare il verdetto di “risultati elettorali legittimi”, indipendentemente da chi vincerà le elezioni di novembre.
I firmatari della dichiarazione, includono alti funzionari dell’Associazione nazionale degli evangelici, il pastore progressista William Barber, due consiglieri in materia religiosa dell’ex presidente George W. Bush.
I numeri e la varietà dei firmatari la dicono lunga su un’elezione unica, sia per l’impatto avuto dalla pandemia, sia per l’estrema polarizzazione e divisione politica che sta continuando a spaccare il Paese.
Nella lettera vengono indicati quattro principi e tra questi l’impegno a condividere informazioni accurate sui risultati elettorali e non tanto la disinformazione che circolerà. “L’America è forte tanto quanto l’impegno del suo popolo per garantire la democrazia, le libertà e i diritti “, si legge ancora nella lettera. Galen Carey, vice presidente delle relazioni con i governi presso l’associazione degli evangelici ha paragonato il clima politico attuale con le controverse elezioni presidenziali del 2000, quando il conteggio dei voti in Florida venne interrotto dalla dichiarazione di vittoria di Bush a seguito di una sentenza della Corte Suprema. Secondo Carey, l’annuncio di un vincitore non significherà che “tutti andranno avanti con le loro vite e augureranno ogni bene ai vincitori”.
Il riferimento chiaro è a quanto, nelle scorse settimane, il presidente Trump ha più volte sottolineato a proposito del rischio di brogli e di un passaggio non pacifico del potere qualora dovesse perdere.
Sebbene la dichiarazione non menzioni nessuno dei candidati alla presidenza per nome, tra i suoi firmatari ci sono anche leader cristiani che stanno sostenendo Biden, o che in passato sono stati a fianco di presidenti repubblicani.