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Abbiamo sempre sottolineato l'importanza del web e del mondo di Internet, come occasione e strumento per veicolare le buone notizie, informare, formare.

 

 

Certamente internet ha modificato il nostro approccio con la profondità delle informazioni, o della loro funzione sociale: ascoltiamo musica con i nuovi formati digitali, e fotografiamo il mondo attraverso i telefoni cellulari. Troppo spesso ci informiamo solo dai profili social degli amici.

Sappiamo anche, che la cattiva informazione rischia di annidarsi un po' ovunque, ed esiste da sempre. Ci sono catene create apposta per diffondere disinformazione o lucrare su gli impulsi umani, gli inganni riempiono la rete e sono spesso gestiti da professionisti. Ancora peggiore è l'insulto via internet, i cosiddetti leoni da tastiera.

I troll, che si dedicano all'insulto tramite post sulle bacheche pubbliche di Facebook, possono essere accusati di reato di diffamazione, aggravato per diffusione a mezzo stampa. Abbiamo letto in questi giorni gli insulti e le minacce che sono state fatte via social a Claudia Alivernini, la prima infermiera ad essere vaccinata.

In sole 48 ore è passata da simbolo della speranza contro il Covid a bersaglio degli insulti. L'infermiera dello Spallanzani di Roma ha visto scatenarsi la violenza verbale via social.

Prima del vaccino, prevedendo di essere bersaglio dei negazionisti, aveva chiuso i suoi social, ma sono stati creati due profili falsi con il suo nome e la sua immagine. Claudia è una giovane donna di 29 anni laureata in scienze infermieristiche, è stata in prima fila contro il Covid, si è occupata anche delle cure a domicilio e del drive-in per i tamponi nelle zone rosse, eppure non si è esitato a scrivere: "ora vediamo quando muori".

È necessario ricordare che ognuno può avere idee discordanti, ma insultare su internet può portare a grosse conseguenze. Gli insulti, o peggio ancora l'istigazione alla violenza, e la diffamazione sono reali. Si può ferire, anche con un click bisogna ricordarselo.

 

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