Le parole pronunciate da Papa Francesco durante la visita dei giorni scorsi al quotidiano romano Il Messaggero, richiamano il messaggio per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: "Dalla community alla comunità" per parlare a tutto l'uomo e consentire alle persone di incontrarsi e guardarsi negli occhi. Forte anche il richiamo anche ai giornalisti "a non scrivere il sentito dire".

Parlare alla persona tutta intera è per Papa Francesco, un dovere inderogabile dei giornalisti e in generale di ogni comunicatore. Parlando agli operatori di Tv2000 precisava infatti che è compito di chi comunica parlare alle persone per intero, alla loro mente, al loro cuore perché sappiano vedere oltre l'immediato, oltre un presente che rischia di essere smemorato e timoroso.

Sembra essere questo uno dei mali del nostro tempo così segnato dagli "ismi": deturpando i significati si deformano i concetti in caricature, che riducono le persone in tipi o peggio ancora in stereotipi che imprigionano la verità delle relazioni che spacciano la parte per il tutto, che si accontentano della connessione invece di creare una vera comunicazione.

Il tema già indicato da Francesco, per la prossima giornata mondiale delle comunicazioni, parla della necessità di passare dalle community alla comunità cioè da reti di fili e di ombre all'incontro tra persone in carne ed ossa. È come se, con poche semplici parole, il Papa abbia in sostanza ricordato ai giornalisti l'importanza di non accontentarsi del sentito dire, ma di andare alle fonti prime; di non fermarsi alla prima risposta bella e pronta, sfornata magari dalla propaganda interessata, ma di guardare alla concretezza delle cose e alla verità delle persone senza paraocchi.

È come se il Papa abbia chiesto ai giornalisti di riscoprire l'inquietudine della ricerca e in essa la laicità nel suo senso più vero. L'apertura, l'incontro con la realtà è il faticoso esercizio del discernimento e della responsabilità. Evitando la sindrome del troppo pieno, che satura la percezione, con un eccesso di slogan che anziché mettere in moto il pensiero lo annulla; che invece di percorrere la via lunga della comprensione, preferisce quella breve della ricerca dei capri espiatori.