Dal 13 giugno sarà in libreria “La Chiesa che verrà” (ed. San Paolo), di Armando Matteo: in questo volume l’autore cerca di raccogliere le provocazioni dell’ultima intensa intervista rilasciata da Carlo Maria Martini al Corriere della Sera, in cui traccia le ragioni del ritardo della Chiesa, ancorata ai ritmi e agli stili di vita di secoli fa e incapace di confrontarsi con la complessa situazione odierna.
Il volume, aperto da una lettera dell’autore al cardinale, cerca di individuare le ragioni del ritardo in una mentalità pastorale ancorata ai ritmi e agli stili di vita degli uomini e delle donne di due secoli fa. Evidenzia il mancato confronto, da parte dei pastori della Chiesa, con la complessa situazione odierna, a partire dalla rottura della trasmissione generazionale della fede, dalla radicale trasformazione delle famiglie, dalla nuova collocazione culturale e sociale delle donne, fino all’invasione di una “spiritualità giovanilistica”.
“Questo, tuttavia, non vuole dire che non sia possibile operare quel cambiamento radicale richiesto da Martini, oggi soprattutto grazie alla spinta che Papa Francesco ha impresso al cammino ecclesiale, sin dall’inizio del suo pontificato”, si legge in una nota dell’editore.
L’autore suggerisce che “è tempo allora di cambiare”. “È tempo di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per la Chiesa che verrà, non lasciando più risuonare nel vuoto l’interrogativo che, in punto di morte, il cardinale Martini rivolse a ognuno di noi: “Che cosa puoi fare tu per la Chiesa?”.