Onnipresente e totalizzante, nell’epoca odierna l’intrattenimento incorpora sempre meglio la realtà diventando riappropriazione di libertà e costruzione di una nuova esperienza del mondo.
Quando la Passione secondo Matteo di Bach risuonò per la prima volta il Venerdì Santo dell’anno 1727 nella Thomaskirche di Lipsia, tutti quanti secondo le cronache furono colti da enorme stupore: troppo teatrale, troppo operistica. Solo un secolo dopo venne di nuovo eseguita e non durante una funzione.
Per Byung-Chul Han si è un po' intrappolato quel sano intrattenimento: una musica quella moderna che produce una bell’apparenza senz’alcun senso profondo. ‘Dolce’ non è solo il “caffè” o il “bacio”, ma anche la “croce” tra un “piacere celeste” e il “diletto degli animi”. Piacere o divertimento morale per la filosofia occidentale sono sempre stati contrapposizioni ad un morale vista come un obbligo: morale è sinonimo di passione e di dolore. Questa enfasi è frutto sicuramente del periodo illuminista, ma l’avversione nei confronti dei piaceri domina la morale e tutto il pensiero illuminista. La vita felice è una vita che sa trovare nelle virtù la possibilità delle beatitudini. Arte e scienza in questo senso non hanno mai escluso il sano intrattenimento e neanche adesso lo devono fare. Morale e intrattenimento sono legati: la morale non è solo sofferenza e passione ma anche gioia di vivere. Dinanzi al bello, l’animo si trova sempre in uno stato di “calma contemplazione”, ma di fronte al sublime gli stati d’animo si sconvolgono e ancora di più si sfiora il sovrasensibile.
L’intrattenimento sarà quel sentirsi a casa nel mondo attuale: dando qualcosa di sostenibile al proprio essere nel tempo. In ambito giornalistico oggi si parla di infotainiment fino a rendere labile il confine tra “realtà reale” e “realtà finzionale”. Ma oggi solo ciò che intrattiene è davvero reale e vero: la realtà stessa sembra delle volte effetto dell’intrattenimento: esso non è un appannaggio della passione ma una carica maggiore di dinamicità e vitalità.