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Come si svolge l’accoglienza delle personalità istituzionali ricevute in udienza dal Papa? A svelare tutti i dettagli del protocollo è la prima puntata di ‘#1506, la Guardia Svizzera si racconta’, la serie di video clip sulla vita del Corpo che ha la missione di garantire la sicurezza del Pontefice.

Alzabandiera e picchetti d’onore. Questi i momenti forti delle esercitazioni della Guardia Svizzera Pontificia in vista dell’accoglienza di personalità istituzionali che giungono in Vaticano per l’udienza col Papa. È il tema al centro della prima video clip di #1506, la Guardia Svizzera si racconta la serie che vuole fornire uno spaccato reale del mondo della Guardia con l'obiettivo di stimolare l’interesse dei giovani. Lo stesso obiettivo viene perseguito attraverso il canale ufficiale Instagram, inaugurato in questi giorni, non solo per rafforzare la comunicazione in sintonia con l’account YouTube e Facebook, ma anche per fornire una narrazione certificata alla luce dei numerosi profili non ufficiali in circolazione.

Le bandiere

Realizzato da Vatican Media e Officina della Comunicazione, sotto l’egida del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, la puntata si intitola Servizio d’onore e prende le mosse da una consuetudine: issare la bandiera vaticana e quella del Paese ospite, puntualmente fornita dalla delegazione in arrivo, sulla facciata del Palazzo Apostolico che insiste sul Cortile di San Damaso. È in questo scenario che si svolge il primo saluto da parte dei rappresentati vaticani. 

I picchetti

Gli onori militari sono resi da dodici guardie guidate da un sergente. Un secondo picchetto d’onore, composto da otto guardie, presenta le armi all’interno della Sala Clementina, nel Palazzo Apostolico, al passaggio del corteo che si muove verso la Biblioteca per l’udienza con il Papa. Il video si sofferma sulla preparazione nella Caserma della Guardia Svizzera Pontificia in Vaticano dove gli alabardieri compiono un gesto simbolico ‘di protezione’ e di precisione tenendo in pugno l’alabarda e portandola a sé: un segno di onore verso il prezioso servizio che a breve svolgerà nel Cortile di San Damaso. 

La preparazione

La clip mostra anche l’appello e il tragitto compiuto dall’intero gruppo di guardie, facendo notare il rallentamento del passo lungo le scale: la scala Pio IX per raggiungere il Cortile di San Damaso dal versante del Portone di Bronzo e la scala Nobile, in discesa, di ritorno dalla Sala Clementina. Il protocollo, che si ripete ogni volta allo stesso modo, è stato filmato in occasione della visita in Vaticano del presidente della Confederazione Elvetica, Alain Berset, avvenuta a novembre scorso. Dopo l’udienza con il Papa e l’incontro con il Segretario di Stato, il presidente si è recato nel quartiere della Guardia Svizzera Pontificia dove ha ringraziato per il servizio svolto al Santo Padre e per ciò che il Corpo rappresenta per la patria elvetica, scambiando qualche parola con ciascuna guardia presente.

L'anniversario

Il lancio della nuova puntata, che arriva dopo quella degli auguri natalizi e che sarà seguita da una decina di clip incentrate sulle varie attività del Corpo, avviene nel giorno del 513esimo anno di fondazione della Guardia Svizzera Pontificia. Era infatti il 22 gennaio 1506, data ricordata nel titolo della serie, quando i mercenari svizzeri arrivarono in Piazza San Pietro e furono accolti e benedetti da Papa Giulio II della Rovere - fondatore del Corpo - il quale diede inizio al prestigioso servizio reso al Pontefice e alla Santa Romana Chiesa. 

I nuovi elmi stampati in 3D

Una ricorrenza segnata da una santa Messa celebrata l’altro ieri presso il Campo Santo Teutonico in Vaticano, dove si trova la tomba delle guardie cadute nel 1527, durante il Sacco di Roma. Successivamente, un plotone ha attreversato Piazza San Pietro prima di rientrare in sede. Per l’occasione, le guardie hanno indossato i nuovi elmi neri in materia sintetica Asa, prodotti in Svizzera mediante una stampante 3d. Presso la Caserma poi, un momento di convivialità alla presenza di un ospite che varia di anno in anno. Quest’anno è stata la volta del gruppo Fatebenefratelli della Farmacia Vaticana, nell’ambito di una prassi tesa a consolidare l’amicizia e la collaborazione con altre strutture della Santa Sede.

*Città del Vaticano

 

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