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Dal 7 all’11 febbraio su Raiuno con Amadeus si potrà assistere al Festival di Sanremo che vedrà gareggiare ben 28 big (di cui 6 promossi direttamente da Sanremo Giovani), ma che ogni giorno annuncia nuovi ospiti e superospiti.

 

 

 

All’indomani della giornata di “ascolto” riservata alla stampa, le prime dichiarazioni dei giornalisti riferiscono di canzoni con molta malinconia, depressione e amori finiti, tanta nostalgia anni ‘90, uno strabordare di canzoni “giovani” prodotte con lo stampino, e qualche clamorosa sorpresa come i Cugini di campagna. Tra i preferiti nella rosa dei vincitori ci sono Marco Mengoni e Ultimo.

Un bel testo quello di Levante. La cantautrice reagisce così alla crisi post parto, «ho sorriso tanto/dentro a questo pianto/ho voglia di credere di potercela fare», e ringrazia anche lassù: «Credo nel Dio che prego/Padre nostro, padre posso andare in cielo? ».

Al di là dei testi, impegnati o meno, la musica fa comunque bene alle orecchie, al corpo e all’anima e può raggiungere il cuore di tutti, soprattutto dei giovani, il canto è senza ombra di dubbio il metodo migliore per comunicare, perché permette di esprimere concetti complessi attraverso parole e ritornelli semplici. La “pop theology “dell’arcivescovo Staglianò, attuale presidente della Pontificia accademia di teologia, ci insegna che il  linguaggio fresco ed universale, quello delle cosiddette ‘canzonette’,  possono stimolare più facilmente i ragazzi a fare considerazioni su temi importanti. Buon ascolto.

 

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