Il domani ha bisogno di persone che accettino la sfida del nuovo ad ogni cambiamento d'epoca. Solo i visionari sanno abitare il presente, anticipando quel futuro prossimo che è già qui.
I media, sottolineano Brambilla e Rivoltella nel libro Tecnologie pastorali, i nuovi media e la fede sono diventati il principale strumento di informazione e di formazione, di guida e di ispirazioni per i comportamenti individuali, familiari e sociali. La Chiesa oggi coglie come vi sia uno stretto legame tra cultura e media e ne comprende l'importanza per la missione cristiana. In particolare, la Chiesa ha riconosciuto ai media la capacità di svolgere un ruolo di intermediari tra politica, cultura e opinione pubblica. La Chiesa, quindi, volendo offrire gli strumenti per comprendere l'esistente e una bussola per orientare l'agire concreto, promuove l'istituzione di figure capaci di farsi interpreti della nuova progettualità culturale e comunicativa all'interno del territorio locale.
Da quindi non prende solo l'impegno di educare con i media, ma anche di educare ai media. In quanto ha una responsabilità al quale non si può sottrarre, che richiama una doppia competenza, quella di essere consumatore/destinatario e di essere produttore. La Chiesa attraverso la comunicazione cambia il modello di comunicazione verticistico passando ad una interazione che venga dal basso come quello sinodale che permette di camminare dove tutti siamo partecipanti ad uno stesso processo. Promuovere una cultura attraverso i media per Benedetto sedicesimo significava andare verso una cultura del rispetto del dialogo, dell'amicizia e della solidarietà ed è la direzione che ci porta sempre di più alla prossimità e alla virtù. Stabilire relazioni e costruire comunione può avvenire solo attraverso un'autenticità tra la vita online e offline, nel quale la vita, con le sue dinamiche simile a quelle del web e dei social network, dimostrano che una persona è sempre coinvolta in ciò che sta comunicando.
Uno stile partecipativo dei media diventerà il linguaggio per rileggere il discorso digitale, con i suoi aspetti di spontaneità e interattività che emergono dalla realtà delle nostre parrocchie. La prossimità in rete è la posizione di chi aiuta, ma anche di chi comunica il vero essere prossimo e avere un atteggiamento di prossimità significa per un cristiano testimoniare. Nella sua capacità di testimonianza i media sono i primi connettori di relazione, dando vita all'era della connettività. Quale oggi più che mai, possono gettare ponti tra le persone, le famiglie, i gruppi sociali e i popoli. E questo sia nell'ambiente fisico che in quello digitale. Le sfide per la pastorale vanno in questa direzione, recuperare e rinnovare e vivere le parole e la comunicazione in tutti gli ambiti di relazioni e di prossimità che i media digitali concorrono a costruire. L'auspicio è quello che ci riesca, profeticamente a proiettarsi oltre l'oggi, suggerendo alla comunità cristiane forme e strumenti per una presenza nuova e edificante.