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Presentata ieri a la nuova pellicola sulla vicenda e sulla figura di padre Pio da Pietrelcina alla ventesima edizione del Festival del cinema europeo nella sezione fuori concorso “Anteprime italiane”.

 

Il lungometraggio s’intitola “Ci alzeremo all’alba” ed è stato presentato ieri mattina durante un incontro al Must (Museo storico) con la stampa cui hanno preso parte il regista sacerdote Jean-Marie Benjamin e l’arcivescovo di Lecce Michele Seccia alla presenza di alcuni degli interpreti della pellicola tra cui il dodicenne talento salentino Andrea Solombrino.

“Ci alzeremo all’alba” è la storia di due ragazzi, Luca (Andrea Solombrino) di 12 anni e Sebastiano di 13, che decidono di fare un'inchiesta su Padre Pio ripercorrendo le testimonianze e le storie di chi lo ha conosciuto. Con le loro biciclette, attraversano le strade del Gargano a caccia di testimoni autentici per scrivere un libro sul Frate di Pietrelcina. La loro ricerca - anche l'incontro delle nuove generazioni con la fede e con il carisma del frate cappuccino- si intreccia alle vicende familiari dei due ragazzi. La famiglia di Luca e della sorellina Miranda è solida ed unita e si contrappone a quella di Sebastiano, con una mamma malata e un padre alcolizzato.

Durante l’incontro con la stampa Seccia, fra le altre cose, ha raccontato la sua esperienza personale. Quando, all’età di sei anni, dopo aver già dovuto lottare da piccolino prima con la caduta dall’alto del balcone di casa e da un attacco di poliomielite, si trovava a San Giovanni Rotondo con la mamma che lavorava come sarta e lo accompagnò da Padre Pio chiedendogli di impartire al figlioletto una speciale benedizione considerati i malanni che il piccolo Michele aveva già dovuto subire. Padre Pio fece un passo in dietro e gli mise le mani sulla testa e poi prosegui il cammino. Nulla di straordinario ma per l’arcivescovo un gesto importante che gli rimarrà per sempre nel cuore.

Ad assistere alla proiezione del lungometraggio è giunto a Lecce anche il nuovo arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, mons. Franco Moscone con cui mons. Seccia in sala ha visto il lungometraggio.

 

  

 

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