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Kohi, all’anagrafe William Cocciolo, è un 23enne di Lecce, con una grande passione: la musica. Le origini di questo “amore” sono lontane e ben salde, e lo hanno portato dapprima a produrre, poi a scrivere e a interpretare. Il risultato, e non solo, lo scopriamo insieme, nell’intervista che segue.

Quando è nata la tua passione per la musica?
La passione per la musica è nata insieme a me probabilmente. Sono cresciuto fin da piccolo circondato da strumenti musicali grazie a mio padre, chitarrista, che portava a casa dischi di grandi artisti che hanno segnato la mia vita, e ho sviluppato con il passare del tempo la capacità di saperla ascoltare e apprezzare davvero. All'età di 14 anni circa ho iniziato a suonare come dj alle feste private dei miei amici con una piccola consolle regalatami ad un compleanno; sentivo l'esigenza di dover entrare in questo mondo e sentivo il bisogno di far capire quanto fosse importante e piena di energia quella musica che fino ad allora ha dato i brividi a me, nella mia cameretta, e volevo trasmettere la sensazione al resto delle persone. Con il passare del tempo ho iniziato ad ingrandire la portata delle feste con l'aiuto di mio fratello (non di sangue), Marco, fino ad arrivare a feste ed eventi in cui eravamo una sorta di "garanzia" per chi ci ascoltava e il nostro obiettivo era sempre la vera musica. Poi ho deciso di portare questa passione ad un livello superiore iniziando a produrre dei brani Edm (musica elettronica) pubblicandoli sul web. Ma c'era ancora qualcosa che non andava, sentivo che dentro avevo ancora qualcosa da dire, qualcosa che non riuscivo a comunicare solo con una base. Così è subentrata la mia attuale musica. Ho deciso di unire la mia capacità di produrre musica (che ho maturato con anni e anni di ascolto e prove) con la mia voce, dando alla musica il mio carattere facendole dire cosa ho davvero dentro per arrivare ad ogni singolo ascoltatore. La cosa più importante è che in ogni mio brano vive anche lui, quel piccolo ragazzino che scopriva la musica, quel ragazzino con la pelle d'oca e le cuffie sempre nelle orecchie, porto dentro me stesso, bambino, che a volte ride di me e con me e molto spesso la sua pelle d'oca ritorna.

E quella per il rap?

Il mio genere musicale ha una lieve cadenza rap ma tende al pop e vi spiego il perché: la cadenza rap proviene dai miei idoli dell'adolescenza e mi dà modo di inserire all'interno dei brani molti concetti per me essenziali e soprattutto mi permette di arrivare al mio ascoltatore con più facilità trasmettendo un messaggio diretto. La parte pop dei miei pezzi invece proviene dalla passione per le melodie, per i maestosi suoni orchestrali e del ritmo su cui muovere il corpo che è fondamentale, perché una canzone a volte deve anche divertire, deve far muovere la testa di chi la ascolta e ha il compito di tagliare i fili che ci legano alla realtà.

Definisciti con tre aggettivi e dicci a chi, eventualmente, ti sei ispirato e/o ti ispiri quando scrivi/componi e quando interpreti.

Mi definirei esigente, spontaneo e perennemente sognatore. Esigente perché pretendo molto (a volte troppo) da me stesso e pretendo che la mia musica esca dalle casse precisamente com'è nella mia testa.
Spontaneo perché non seguo il minimo schema. Tutto ciò che compongo è frutto del lasciarsi trasportare dalla musica e dai pensieri del momento. Niente impostazione o grande studio musicale, basta versare il contenuto della mente su un foglio e sugli strumenti che ci circondano. Sognatore perché ne ho bisogno. Ho bisogno di entrare in uno stato mentale che mi permetta di non essere totalmente influenzato dalla realtà per poter scrivere ciò che si sta materializzando nella mia mente e per poter proiettare la mia musica in un contesto più grande e fuori dal mio studio di registrazione in modo esplicito, a volte, o con concetti astratti che ognuno può interpretare e rendere propri. Indubbiamente la persona più importante della mia vita (artistica) è Michael Jackson. Sono letteralmente cresciuto con i suoi dischi, grazie sempre a mio padre, e grazie a lui ho imparato ad amare follemente la musica. La mia musica e il mio modo di scrivere sono influenzati da lui, e da molti grandi artisti contemporanei e non.

Come nasce il nome d'arte Kohi? Ha un significato particolare?

Il mio nome d'arte nasce nel modo più strano che possiate immaginare: 3 amici, su una panchina, in cerca di un bel nome. Ad un certo punto uno dei tre mi guarda ed esclama: "Kohi!" che a quanto pare ha un certo significato letterale in una lingua ormai morta probabilmente, ma questo mio amico ha deciso di gettarmelo addosso e me ne sono innamorato.

Lo scorso maggio ha fatto il suo debutto il brano 80s coast. Ce ne parli? Quale messaggio intendi trasmettere con esso e, in generale, con ciò che crei e canti?

80s Coast è un brano estratto dal mio primo disco (ancora in fase di sviluppo) che riprende molti aspetti della mia vita e molti scenari che amo. È un brano con un fondo anni 80 (e da qui deriva il nome) che racconta di questo viaggio in una mente libera tra amore, mare e sogni portando l'ascoltatore in una realtà parallela, in cui siamo davvero su una bella macchina, sulla costa californiana, con il nostro amore e vediamo questi tramonti arancioni, il cielo pulito, la strada ancora lunga e i sogni che escono dal finestrino. È il ritratto della mia vita ed è questo che voglio trasmettere con ogni mio brano. Voglio che l'ascoltatore provi le mie stesse emozioni e sensazioni e voglio che in quei 3/4 minuti di canzone la vostra testa sia vuota, ma piena di immagini.

Quale tuo pezzo ti rappresenta particolarmente o a quale sei più legato/affezionato? 

Il pezzo che mi rappresenta in particolar modo deve ancora uscire, quindi lo ascolterete a breve. Il pezzo al quale sono più legato per un ricordo stupendo è "Quella sera" un brano che parla di amore e racconta della prima volta in cui ho visto la mia attuale ragazza in modo del tutto spontaneo e naturale. Mentre il brano che per me ha un valore affettivo immenso è "Immortale". Si tratta di un singolo che ho scritto una notte dello scorso dicembre, mentre mio nonno era sul letto d'ospedale, per dare forza a tutti, a mia madre, ai suoi fratelli e sorelle e a mio nonno stesso, che è andato via purtroppo 2 mesi dopo la notte in cui scrissi il singolo in questione e ora vive dentro quella canzone, come se non fosse mai andato via.


Progetti futuri e sogni? Saluta i nostri lettori con un tuo verso o una citazione a cui tieni.

Potrei stare giorni a parlare dei miei progetti e sogni ma lo farò in modo breve e autentico. Sono un grande, enorme, sognatore! Il mio obiettivo nella vita è quello di far arrivare emozioni forti alle persone, è quello di voler risvegliare i vostri ricordi con una canzone e una melodia che vi accompagni in una galleria di immagini che vi spingono a piangere di gioia o di tristezza, sempre insieme. Per ora il mio progetto è quello di portare avanti tutto questo e farlo crescere ogni giorno di più per arrivare al mio primo disco e al tanto atteso "palco". E se solo una di quelle persone in mezzo al pubblico sarà lì, per me e per emozionarsi con me, io avrò vinto. Dovrò rendere fieri di me i miei genitori, le persone che amo e soprattutto vorrei che il ragazzino che ero, il ragazzino che sognava la musica e la ascoltava notte e giorno, possa un giorno guardarmi con le lacrime agli occhi consapevole che quel sogno che aveva, è diventato realtà.

Saluto tutti e ringrazio di cuore chi mi ha dato modo di parlarvi di me e della mia musica. Vi saluto con un verso del grande Vecchioni che mi sta davvero a cuore: "Sogna, ragazzo sogna, passeranno i giorni, passerà l'amore, passeran le notti finirà il dolore, sarai sempre tu. Sogna, ragazzo, sogna ti ho lasciato un foglio sulla scrivania, manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu".

 

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