Avvolti da una musica ovattata, agevolati dalla luce che dalle grandi finestre, illumina l’ampia e accogliente Sala antichi e rari «Raffale Spongano», appena trattenuta dai doppi tendaggi, i fortunati visitatori della mostra «Dove la conoscenza si mostra: rarità bibliografiche e documentarie dalla biblioteca» organizzata dall’Università del Salento, potranno acquisire elementi di straordinaria importanza sulla cultura libraria e documentaria, non solo salentine.
L’eccezionale allestimento, curato da Anna Rita Sebaste, responsabile del Settore Fondi Speciali della Biblioteca Interfacoltà «Teodoro Pellegrino», inaugurato a Lecce il 2 settembre scorso e fruibile fino al 31 ottobre, è ospitato al primo piano dell’Edificio 3 del complesso Studium2000 (viale S. Nicola angolo via di Valesio; i visitatori potranno liberamente accedervi dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.30 alle ore 12.30).
Il percorso, anche didattico, si sviluppa attraverso 14 teche organizzate con criteri sia cronologici sia tematici, che illustrano le caratteristiche bibliografiche e bibliologiche degli esemplari selezionati (XV-XIX secolo) e valorizzano alcune acquisizioni di particolare pregio appartenenti ai Fondi della Biblioteca. Dalle prime teche con esemplari di incunaboli, cinquecentine, secentine e altro, si passa a quelle che espongono documenti appartenenti ai Fondi Nicola Vacca (1899-1977), Vittorio Bodini (1914–1970), Enzo Giudici (1920–1985), Briganti–Stajano (XVI–XIX sec.) e Giuseppe Gentile (1899-1961). Di particolare interesse per la storia tipografica locale la teca con esemplari di autori e tipografi leccesi e salentini, attivi in Terra d’Otranto fra il XVII e il XVIII secolo.
Il percorso si chiude con la teca che espone le carte geografiche, le carte da viaggio, strumento indispensabile al viaggiatore, del ‘700 e ‘800, insieme con due preziosi materiali cartografici: l’Atlante geografico del Regno di Napoli di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni e l’Atlante corografico storico e statistico del Regno delle Due Sicilie del geografo brindisino Benedetto Marzolla, entrambe opere ottocentesche.
«Quotidianamente - afferma Anna Rita Sebaste - il lavoro ordinario porta via molto tempo a queste attività extra, che sono sicuramente più stimolanti e soprattutto utili a mettere in evidenza alla comunità accademica e non, tesori nascosti di una biblioteca, quali possono essere i libri più antichi ma anche i carteggi più moderni dei Fondi che la biblioteca possiede. L’interesse da parte degli studenti universitari che transitano in biblioteca, nei confronti di questo materiale, ma anche delle classi degli istituti superiori che spesso accogliamo in visita o in esperienza di alternanza scuola-lavoro, sicuramente è stato di sprone per allestire una mostra del genere, a tutto tondo, che attinge a esemplari di ogni epoca dall’invenzione della stampa con i caratteri mobili all’‘800, e a documenti dei fondi più importanti acquisiti dalla biblioteca nel corso del tempo. Sono queste le occasioni - aggiunge la curatrice - che fanno sentire il bibliotecario utile nella sua funzione di intermediario della conoscenza, strumento per rendere accessibili i luoghi del sapere. Questa è la vera missione del bibliotecario».
La mostra in realtà ebbe un’anteprima, dal 29 luglio al 2 agosto scorsi, in seguito dell’avvio del 29° Congresso internazionale di papirologia, svoltosi in quei giorni, organizzato dal Centro di studi papirologici e dal Museo papirologico dell’Unisalento, diretto da Mario Capasso, frutto della collaborazione con la Biblioteca Interfacoltà «Teodoro Pellegrino», sotto la guida del responsabile Gianluca Lorenzo.
Il visitatore è guidato fra le teche per mezzo di pannelli esplicativi che fungono da «filo d’Arianna» lungo l’itinerario espositivo e che spiegano le caratteristiche del contenuto di ciascuna teca, fornendo le informazioni necessarie su ciascun Fondo esposto.
«L’allestimento di una mostra - continua la curatrice Sebaste - è sempre una grande sfida che comporta la scelta accurata di un tema, la selezione delle opere da esporre, la scelta dell’ambiente più idoneo e soprattutto la ricerca di un filo conduttore che in maniera chiara ed esplicita guidi il visitatore fra le teche espositive, senza alcuna forzatura. La stessa scelta del titolo è finalizzata alla cattura immediata dell’attenzione di una platea quanto più ampia possibile, che faccia sorgere spontaneamente il desiderio di visitarla».
Del Fondo Vacca, medico e storico, scrittore e articolista, vissuto fra Lecce e Napoli, si espongono alcuni esemplari di giornali stampati nel capoluogo salentino nei primi anni del ‘900, dal carattere umoristico-satirico nei confronti del governo cittadino, “pupazzettati” come lui stesso li definisce, nella sua magistrale opera Giornali e Giornalisti salentini, opera del 1940 (ricordiamo il Don Limone, il Figlio del Don Limone). E ancora, fa bella mostra di sé, il primo numero della Rinascenza salentina, rivista da lui stesso fondata nel 1933 e posseduta in maniera completa dalla Biblioteca.
Del Fondo Giudici, docente di lingua e letteratura francese in vari atenei italiani, si mette in evidenza la sua passione per gli scacchi, che lo portò a raccogliere un’abbondante letteratura monografica e periodica, nazionale e internazionale, sugli scacchi. Lui stesso fu giocatore di scacchi ad alto livello, e lo testimoniano i numerosi suoi quaderni di appunti sulle mosse scacchistiche effettuate nelle varie competizioni, dove appare in foto in varie partite.
Ancora dai carteggi del Fondo Bodini si espongono le lettere di alcuni esponenti della letteratura italiana e spagnola del ‘900 (rammentiamo Quasimodo, Pasolini, Sciascia, Raphael Alberti); si espone anche una delle numerose lettere di Natalia Ginzburg, relativamente alla traduzione che il Bodini fece del Don Chisciotte per l’Einaudi, e poi alcuni appunti di poesie edite e inedite da lui scritte o appuntate su ritagli di carta di vari formati, poesie che fanno sognare a occhi aperti, nella grafia tonda e chiara del grande Bodini.
Del Fondo Briganti-Stajano si possono invece ammirare alcune opere di Filippo Briganti, come Il Saggio filosofico di giurisprudenza universale, nonché alcune lettere dell’Epistolario, composto da 475 lettere raccolte dall’erudito Giambattista Lezzi (1754-1834), e altri esemplari.
Si passa quindi agli appunti di Gentile, studioso tarantino autodidatta, vissuto agli inizi del Novecento, di cui si espongono alcuni dei suoi numerosi quaderni, dove elabora le sue teorie di meccanica e geocosmofisica, esempi di manoscritti autografi del XX secolo.
La teca sui tagli e formati interrompe questa linea tematica, come se concedesse al visitatore un tempo di riposo, suscitando meraviglia di fronte agli esemplari che mostrano i tagli colorati e decorati, di varia policromia, e i diversi formati dall’in folio (43 cm) al 128° (7 cm).
Questa esposizione ha reso possibile avere un primo, sebbene significativo, assaggio del ricco patrimonio librario e documentario custodito nello scrigno colmo di preziose testimonianze che è la Biblioteca Interfacoltà. Un’opportunità e un’occasione da conoscere e da far apprezzare, specialmente alle nuove generazioni.
Per visite guidate e info tel.: 0832 294238.