Il Dio misericordioso della “Chiesa del grembiule” di don Tonino si fa canto: a Tricase il 28 ottobre nella chiesa di San Domenico la prima di “Ai tremendamente vivi. Cantata per don Tonino Bello”
Domani 28 Ottobre a Tricase la prima assoluta di “Ai tremendamente vivi. Cantata per don Tonino Bello”, alle 19 nella Chiesa di San Domenico, in Piazza Pisanelli, la stessa dove ricevette l’Ordinazione episcopale.
L’opera, commissionata dall’Associazione di Alta Cultura Musicale “W. A. Mozart” di Tricase, guidata dal Maestro e Direttore artistico Giovanni Calabrese, nasce dalla collaborazione di due grandi artisti: Davide Rondoni, scrittore e poeta, opinionista di Avvenire, conduttore di “Antivirus” su TV2000 e Francesco Maggio,musicista e compositore che vive e lavora a Stoccarda.
Ad eseguirla l’orchestra da camera, diretta da Giovanni Pellegrini con Pierluigi Camicia al pianoforte concertante, Enza Pagliara, nota cantante de “La Notte della Taranta”, Davide Rondoni e Giuseppe De Marco, Co-Direttore Artistico, voci recitanti.
Partner dell’iniziativa la Diocesi Ugento - S. Maria di Leuca, Il Parco Culturale Ecclesiale “Terre del Capo di Leuca ‐ De Finibus Terrae”, l’Ufficio Nazionale per la pastorale del turismo, tempo libero e sport Cei Conferenza Episcopale Italiana, l’Associazione Concertistica “Auditorium”, l’Ente Formativo Ascla, il Centro Artistico Internazionale del Mediterraneo e la Città di Tricase.
Sono trascorsi cinque lustri dalla scomparsa del vescovo Antonio Bello, per tutti don Tonino, operatore di Pace e di Carità verso gli esseri umani, in particolare gli ultimi, umili e poveri, ma “tremendamente vivi”.
Il proemio dell’opera, spiega mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-S. Maria di Leuca, è un inno alla terra natale di don Tonino, un legame evidenziato da Papa Francesco durante la visita del 20 aprile ad Alessano. Il primo tempo è ritmato sul tema del camminare insieme [..] nei sentieri della speranza”. Il secondo ricorda “Maria la madre, la sorella la ragazza di Dio, sempre in cammino [..], la dama, la regina l’umile ancella che si affianca a noi con passo leggero, [..] capace di comprendere e sorreggere “i tremendamente vivi”. La terza parte parla di un nuovo mondo da sostituire al presente “[..]avvizzito e vigliacco disonesto e codardo, ma attraversato da suo sanguinante splendore”. Il finale è una preghiera a don Tonino perché “i nostri cuori rivivano desiderosi di nuovi cieli e terra nuova”.
Musica e poesia “si intersecano - nota il card. Angelo de Donatis - al servizio della testimonianza luminosa di un uomo di Dio del nostro tempo”, capace di unire con semplicità il cielo e la terra.