“Una delle conseguenze di una cattiva formazione che più mi preoccupa è il clericalismo. Non c’è dubbio che sia una delle perversioni più gravi della vita consacrata”.
Lo afferma Papa Francesco nel libro-conversazione “La forza della vocazione” con Fernando Prado (Ed. Dehoniane). “In generale è una perversione della vita della Chiesa e per questo bisogna porre molta attenzione a tale aspetto nella vita consacrata e nella formazione dei seminaristi nelle diocesi”, aggiunge il Pontefice, che spiega il suo pensiero: “È una perversione in quanto perverte quella che è la natura della Chiesa, del santo popolo fedele di Dio”.
Nelle parole del Papa la convinzione che “non c’è bisogno di essere chierici per essere clericali”. “Esiste un clericalismo che si manifesta nelle persone che vivono con atteggiamenti da ‘segregati’, con la puzza sotto il naso. Sono quelli che vivono una specie di atteggiamento aristocratico rispetto agli altri. Il clericalismo è un’aristocrazia”.
Poi, Francesco presenta una contrapposizione: “Quando c’è clericalismo, ‘aristocraticismo’, ‘elitarismo’, non c’è il popolo di Dio, che è quello, in definitiva, che ti dà una collocazione. Il religioso clericale invece non è inserito. E il clericalismo è l’opposto dell’inserimento”.
Infine, il Papa indica “il clericalismo” come “la radice di molti problemi”. “Anche dietro ai casi di abusi, oltre che ad altre immaturità e nevrosi - spiega -, si trova il clericalismo. Occorre fare molta attenzione a questo durante la formazione. Bisogna discernere e aiutare a chiarire le immaturità e ad accompagnare in una sana crescita”.