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“Perché una coperta vale molto più di un’opera d’arte”. Si è aperto così, con le parole di Alessandro Valenti, sceneggiatore, regista, scrittore, ma soprattutto uomo da sempre coinvolto in progetti di solidarietà, l’evento “Dona l’arte”, l'asta di beneficenza che si è tenuta l’altra sera, con grandissimo successo, presso la Fondazione Casa della carità a Lecce.

La serata, organizzata dalla stessa Fondazione e dalla Cooperativa sociale Tau, con il sostegno e la collaborazione del giornalista, curatore e critico d’arte Lorenzo Madaro e della storica dell’arte Brizia Minerva, ha visto anche la partecipazione del vescovo Michele Seccia, di mons. Flavio De Pascali, presidente della Fondazione Casa della carità per conto della diocesi, e di tanti operatori volontari della Casa. Accanto a loro personalità autorevoli del mondo della politica, del giornalismo e dell’associazionismo, ma soprattutto tantissima gente, accorsa presso Corte Gaetano Stella, sede della Fondazione, per offrire il proprio piccolo contributo per questa causa così grande e nobile. 

Dopo i saluti iniziali di don Flavio, la parola è passata subito a mons. Seccia, che ha colto l’occasione per ringraziare i volontari e per raccontare ai presenti cosa è la Casa delle carità, “una realtà che non si esaurisce nell’offrire quotidianamente un pasto caldo a tanti indigenti o un letto a tanti senzatetto della città. La Casa della carità è molto di più: è una sorgente di amore e di solidarietà, attraverso centinaia di iniziative e di progetti. Senza dubbio una delle più belle realtà di tutta la Chiesa leccese, che apre il mio cuore e mi fa respirare a due polmoni”. La Casa della carità è da sempre attiva nel sociale con azioni di contrasto della grave povertà urbana attraverso progetti di inclusione sociale a sostegno della sussistenza fisica, dell’autonomia abitativa e, da oltre un anno grazie al contributo della Cooperativa Tau, anche dell’autonomia occupazionale degli indigenti italiani e stranieri. 

A Lorenzo Madaro e Brizia Minerva è stata poi affidata la presentazione dell'iniziativa, dall’idea alle motivazioni, passando per le speranze e le aspettative: l’arte come pratica sociale, come strumento per rifuggire dalle brutture della cronaca e spalancare i cuori alla bellezza della solidarietà, dell’accoglienza, della prossimità. "Dopo tanti anni di mostre e progetti culturali, io e Brizia  - spiega Madaro - abbiamo pensato fosse necessario un impegno concreto, che andasse oltre la ricerca curatoriale e la cultura in senso stretto e che potesse sostenere i percorsi di una realtà che si impegna verso chi è in difficoltà, nella nostra città". È così che è nata l’idea di “Dona l'arte", che ha raccolto circa 50 opere d'arte di artisti storicizzati, come De Candia, Leandro, Della Notte, e di tanti artisti contemporanei viventi, attestati o emergenti, tra cui Fernando De Filippi, Cosimo Damiano Tondo, Giuseppe Zilli, Antonio Massari, Pietro Guida, Alessia Rollo, Davide Russo, Paolo Ferrante, Emilio D'Elia, Luca Coclite, Efrem Barrotta.

Una vera e propria “chiamata alle arti”, come l'ha definita Madaro, una gara di solidarietà i cui proventi saranno destinati al 100% per l'acquisto di beni di primissima necessità, tra cui coperte, abiti, cibo, medicine, e perché no anche per la stipula di contratti di lavoro. Nel corso della serata sono state assegnate quasi tutte le opere (sono rimaste invendute solo tre) e sono stati raccolti tanti denari, anche oltre le aspettative. 

“Sono contento – conclude Valenti – che ci siano tra noi anche esponenti della politica locale. Si parla spesso di ricostruire la Politica partendo dai problemi sociali, ma spesso questi problemi non si conoscono. Qui siamo all’interno, tra le mura, di un’emergenza sociale: la politica deve ripartire da qui, da questi posti e dalle tante persone che si adoperano tutti i giorni per servire il prossimo. Dobbiamo tutti ripartire da qui, dall’amore e dalla solidarietà”. 

E come ha ripetuto sempre Brizia Minerva in queste settimane: “In alto i nostri cuori!” 

 

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