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Un riparo per senza dimora, nelle notti gelide, a Bergamo. Un approdo per donne vittime di violenza, a Foggia. La certezza di un pasto per i poveri di Palermo.

 

 

 

Nella mappa delle emergenze si accendono luci di speranza per chi ha bisogno di aiuto. E continuano a operare nel tempo. Tutto ciò grazie alla firma nella dichiarazione dei redditi in favore dell’8xmille alla Chiesa cattolica.
Sono oltre 8.000 i progetti che, ogni anno, si concretizzano in Italia e nei Paesi più poveri del mondo, grazie alle sottoscrizioni dei contribuenti, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nel Terzo mondo. Per fare conoscere l’impegno di risorse e volontari, sacerdoti, religiosi e religiose per aiutare le persone in difficoltà anche quest’anno sarà diffusa dall’8 maggio dalla Conferenza episcopale italiana una campagna pubblicitaria.

Il claim è “Non è mai solo una firma. È di più, molto di più“. Parole che mettono in evidenza il significato profondo della firma: un semplice gesto che vale migliaia di opere.
Così un dormitorio, un condominio solidale, un orto sociale diventano molto di più e si traducono luoghi di ascolto e condivisione, in mani tese verso altre mani, in occasioni di riscatto. Dal dormitorio Galgario che, nel centro storico di Bergamo, offre ospitalità e conforto ai più fragili alla Locanda San Francesco, un condominio solidale nel cuore di Reggio Emilia per persone in difficoltà abitativa; dalla casa d’accoglienza Madre Teresa di Calcutta, un approdo sicuro, a Foggia, per donne vittime di violenza a Casa Wanda che a Roma dà assistenza e supporto ai malati di Alzheimer e ai loro familiari, passando per la mensa San Carlo di Palermo, a pieno regime anche durante la pandemia per aiutare antiche e nuove povertà. Farsi prossimi con l’agricoltura solidale è, invece, la scommessa di Terra Condivisa, orto solidale di Faenza, che coltiva speranza e inclusione sociale.
L’8xmille consente anche di valorizzare il patrimonio artistico nazionale con preziose opere di restauro come è accaduto a Grottazzolina (Fermo) dove la chiesa del Ss. Sacramento e Rosario, da tempo inagibile, è stata restituita alla cittadinanza continuando a tramandare arte e fede alle generazioni future. Sul SITO (www.8xmille.it) sono disponibili anche i filmati di approfondimento sulle singole opere mentre un’intera sezione è dedicata al rendiconto storico della ripartizione 8xmille a livello nazionale e diocesano. Nell’area “Firmo perché” sono raccolte le testimonianze dei contribuenti sul perché di una scelta consapevole. Non manca la Mappa 8xmille che geolocalizza e documenta con trasparenza quasi 20mila interventi già realizzati.

A Foggia, come si diceva, opera la realtà della Casa di accoglienza Madre Teresa di Calcutta. Si trova nella parrocchia di San Salvatore. Ristrutturata con 30mila euro provenienti dai fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, la struttura accoglie quattro giovani mamme nigeriane con i loro bimbi. Come Loveth, che si è presentata presso la casa quando era incinta di 6 mesi, perché aveva sentito parlare delle attenzioni e degli aiuti che la Caritas di Foggia da sempre rivolge ai ragazzi stranieri.

Oggi il piccolo Alessandro ha un anno ed è stato battezzato da don Carmelo, il nuovo parroco della parrocchia di San Salvatore. Quando è arrivata, Loveth ha raccontato una storia di violenza: il compagno, anch’egli nigeriano, la costringeva a prostituirsi ma, una volta rimasta incinta, per amore di se stessa e della creatura che portava in grembo, ha deciso di uscire dal giro della prostituzione, allontanandosi dall’uomo. La ragazza, che in poco meno di un anno ha imparato l’italiano, seguirà a breve un corso da aiuto cuoca che prevede un successivo inserimento presso uno dei ristoranti in contatto con la Caritas di Foggia. “Sono storie di coraggio e di riscatto di giovani donne arrivate in Italia con il miraggio di un lavoro e finite nelle mani di sfruttatori senza scrupoli. Il nostro progetto è partito nel 2016 - spiega Giuseppina Di Girolamo, direttore della Caritas di Foggia-Bovino - con l’obiettivo di intercettare quante non denunciano gli abusi, per minacce, difficoltà economiche o culturali con l’intento di metterle in salvo in un’abitazione protetta. In sei anni abbiamo accolto 75 donne con 16 minori, grazie al supporto del nostro team composto da 13 persone, tra volontarie ed operatori”.
Dopo un colloquio con il Centro Ascolto è stato offerto loro un piccolo alloggio, autogestito, nella struttura coordinata dalla Caritas. Qui le giovani donne vengono aiutate a reinserirsi nella società e nel mondo lavorativo e riacquistano la speranza in un futuro migliore. La Casa è il luogo ideale dove poter crescere in sicurezza il proprio bambino; la permanenza è garantita anche per periodi lunghi, fino a quando la giovane mamma non sarà ben integrata nella società.

 

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