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Si tratta di un modesto e semplicissimo edificio a pianta quadrata, di antichissima costruzione e le sue quattro mura, molto semplici ed in pietrame informe dello spessore di 60 cm, benché esposte ad un notevole deperimento, sono giunte prodigiosamente ai giorni nostri.

 

 

 

Le più vecchie testimonianze sulla sua esistenza risalgono al 1567 quando il vescovo Innocenzo Cybo in occasione di una sua visita, uscendo dalla città incontrò prima la cappella di Santa Cristina, poi la chiesa del Canneto e di San Nicola del porto. Dalle parole tradotte dal latino della visita “ritrovò la medesima cappella prima di tetto e di altare, ma vi era in essa la porta di legno con la quale si chiude”.  

Fino al 1607 affiancava i plinti di testata del ponte ligneo che collegava il territorio di Gallipoli, attraverso un viottolo che, prima della realizzazione del ponte in pietra (1603-1607), s’immetteva sul ponte levatoio della porta di città.

La cappella è dedicata alla Vergine di Bolsena, Santa Cristina; sorge sul largo del Canneto ed al suo interno, fino al ‘700, esisteva un altare ad essa dedicato, con tela, commissionata dal nobile gallipolino Francesco Cariddi.

Interdetta al culto da mons. Alfonso Herrera, perché profanata, fu utilizzata quale deposito di reti, di attrezzi e tine di sarde salate.

Successivamente, nel 1867, fu ripristinata alle funzioni di culto con altare ed arredi e, in occasione della grave epidemia di colera dello stesso anno, crebbe la devozione alla santa, alla quale si attribuisce il miracolo della cessazione del morbo, nel primo giorno del triduo di preghiere introdotto in quegli anni dai fedeli.

Quando ancora non esisteva l’attuale molo, la cappella, bagnata da tre lati, rimase esposta per più secoli alla furia del mare, le cui onde si abbatterono con veemenza su di essa senza però provocare sensibili danni alle murature ed al fragile tetto in legno.

Ciò fece accrescere nei gallipolini la convinzione di una particolare protezione accordata dalla santa al suo tempietto ed alla città.

Negli anni, fu oggetto di interventi spontanei da parte dei fedeli e nel maggio 2016 a seguito del forte impegno del rettore di Santa Maria del Canneto, don Gigi De Rosa, si decise di procedere alla ristrutturazione straordinaria ed al risanamento conservativo della cappella.

Il 20 luglio 2017 il vescovo Fernando Filograna con solenne rito liturgico la restituì al culto dei fedeli.  

 

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