“Sessanta anni fa, l’11 ottobre del 1962, si apriva il Concilio Vaticano II. Fu un evento che sconquassò la quiete ecclesiale. In molti suscitò perplessità, in tanti, fiducia e speranza”.
“Oggi, sulla scia luminosa di quell’evento mirabile e fecondo, ci ritroviamo a inaugurare il secondo anno del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia. Sin dallo scorso anno, stiamo vivendo un momento di grazia e lì dove si è data fiducia agli spazi sinodali, è emersa la capacità di lasciarsi spiazzare dal vento dello Spirito mediante l’ascolto dell’altro”. Lo scrive mons. Giuseppe Satriano, arcivescovo di Bari-Bitonto, nell’esortazione per l’avvio del secondo anno del Cammino sinodale diocesano “Entriamo a Betania. Impariamo il servizio dell’ascolto”.
Ricordando che sul SITO si può leggere quanto è emerso nelle assemblee sinodali, il presule evidenzia: “Messi in discussione dal confronto, provando a vincere l’istintiva rassegnazione del “si è sempre fatto così” e del “tanto non cambierà nulla”, siamo giunti ad abbozzare, individuare e sognare strade possibili perché lo stile sinodale si radichi sempre più come orizzonte costitutivo del cammino ecclesiale”.
Oggi, attraverso i “Cantieri di Betania”, osserva l’arcivescovo, “desideriamo scendere in profondità nelle realtà che appartengono al nostro quotidiano, per rilanciare una modalità di essere Chiesa animata dal Vangelo. Porre mano a un ‘cantiere’, in genere, significa o restaurare, ristrutturare una realtà preesistente o costruire qualcosa di nuovo. Dalla sintesi diocesana emerge che entrambi gli atteggiamenti ci riguardano”.
Mons. Satriano avverte: “Stiamo vivendo un cambiamento d’epoca che richiede il coraggio di un cambio di rotta; il Papa lo definisce cambio di paradigma. Si tratta di ricomprenderci dinanzi ai mutamenti in atto, recuperando l’essenzialità dell’identità cristiana e cercando nuove intuizioni operative che ci pongano accanto alle sfide di oggi, nel desiderio che ogni donna e ogni uomo possa percepire il profumo di Cristo”.