In occasione della 72a edizione della Giornata nazionale del ringraziamento, promossa dalla Conferenza episcopale italiana, sarà il vescovo Fabio Ciollaro, domenica, 6 novembre, alle 11, nella chiesa parrocchiale di San Carlo Vescovo, ubicata nell’omonimo borgo in agro di Ascoli Satriano, a presiedere la celebrazione eucaristica e la successiva benedizione dei mezzi agricoli, del grano e della terra.
Quest’anno il tema individuato dall’episcopato italiano - “‘Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto’ (Am 9,14). Custodia del creato, legalità e agromafie” - mira a sensibilizzare la comunità sulla necessaria tutela e sulla fondamentale attenzione per una corretta trasmissione del creato alle future generazioni.
L’alleanza di Dio con il suo popolo si manifesta nel dono di una terra “dove scorrono latte e miele” (cf Es 3,8), nei confronti della quale Israele conserva la memoria che la prosperità viene dall’Altissimo e a Lui ogni anno va presentata con gratitudine ogni primizia, condividendo la gioia per i beni ricevuti con chi non ha proprietà, con il levita e con il forestiero (cf Dt 26,11): un messaggio che ben si concretizza in una terra, che è teatro di azioni che generano gravi squilibri economici, sociali ed ambientali. In tal senso, i Vescovi denunciano le “strutture di peccato che si infiltrano nella filiera della produzione alimentare: si pensi alle forme di caporalato, che portano a sfruttamento e talvolta alla tratta, le cui vittime sono spesso persone vulnerabili, come i lavoratori e le lavoratrici immigrati o minorenni, costretti a condizioni di lavoro e di vita disumane e senza alcuna tutela”.
La dottrina sociale della Chiesa si incarna nel concreto e promuove relazioni di fraternità tra le persone e di cura verso il creato. Ben venga ogni strumento normativo disponibile per strappare i lavoratori alla precarietà. Sosteniamo la responsabilità degli operatori del mondo agricolo e delle loro associazioni: sono reti di supporto reciproco per far fronte alla pressione delle agromafie, rappresentando esempi di buone pratiche replicabili in seno alla cultura della legalità. Senza trasparenza, sostengono i Vescovi, “non c’è amore per la creazione e tutela della dignità della persona, né amicizia sociale per gli uomini e le donne”.