“Di fronte a fatti di cronaca così gravi che vedono protagonisti dei giovani, quello che viene da pensare, istintivamente e quasi da rassegnati, è che il male domini la nostra esistenza, ma noi siamo chiamati a testimoniare la speranza, a tenere accesa una luce”.
“Adulti e giovani della nostra Cerignola non restano indifferenti di fronte al male, con forza continuano a lavorare, a testimoniare che è possibile crescere in un contesto difficile se ci si sente amati perché chi ama educa, e per noi laici questo rimane un impegno costante nel tempo”.
Lo scrivono in una nota Liana Petruzzelli, responsabile della Consulta diocesana per le aggregazioni laicali (Cdal) di Cerignola-Ascoli Satriano e Maria Rosaria Attini, presidente dell’Azione cattolica diocesana. “Alzare lo sguardo da terra, verso l’alto, non per fuggire, ma per vincere la tentazione di rimanere stesi sui pavimenti delle nostre paure. […]. Il compito più arduo e affascinante che vi è consegnato è stare in piedi mentre tutto sembra andare a rotoli; essere sentinelle che sanno vedere la luce nelle visioni notturne; essere costruttori in mezzo alle macerie, ne sono tante in questo mondo di oggi, tante; essere capaci di sognare […] questo fa chi sogna: non si lascia assorbire dalla notte ma accende una fiamma, una luce di speranza che annuncia il domani. Sognate, siate svegli, e guardate il futuro, con coraggio”: Petruzzelli e Attini ricordano l’esortazione che Papa Francesco rivolge ai giovani in occasione della 36ª Giornata mondiale della gioventù.
“La violenza, la sopraffazione, la corruzione, il malaffare e la solitudine non possono costituire l’essenza di una società sana, operosa e solidale. La brutalità dell’evento ci spinge a ribadire in maniera ferma e chiara il valore inestimabile e mai negoziabile della dignità umana, che niente e nessuno può calpestare”, proseguono.
“Questo episodio di estrema gravità ci interroga come adulti e come cristiani. Ci interpella, le persone coinvolte sono figli di ciascuno di noi. Non ci sono né vincitori né vinti in questi drammi, ma urgenza di cambiare, di rimetterci in dialogo, di sentirci tutti interpellati, non vogliamo vedere nei giovani il fallimento generazionale - concludono Petruzzelli e Attini -. Crediamo convintamente che, anche in questa pagina buia della nostra comunità, i giovani possano essere sentinelle che sanno vedere la luce di speranza che annuncia l’alba di un giorno nuovo”.